Falsi contratti di lavoro per il permesso di soggiorno a stranieri: nuovo arresto a Monza

Nuovo arresto per l’operazione Hydra che a febbraio aveva sgominato una rete che vendeva falsi contratti di lavoro a stranieri per ottenere il permesso di soggiorno: è un egiziano sfuggito all’arresto a febbraio.
Gli agenti di polizia di Stato in un controllo in stazione a Monza
Gli agenti di polizia di Stato in un controllo in stazione a Monza Fabrizio Radaelli

Cinque mesi fa era scappato agli agenti della polizia di Stato, la sua fuga è finita nella mattina di venerdì 7 luglio: si tratta di un uomo di origine egiziana, nato nel 1977 e coinvolto nell’indagine Hydra che alla fine di febbraio aveva portato all’arresto di undici persone per associazione a delinquere. Un’associazione particolare: procurava falsi contratti di lavoro per la domanda di permesso di soggiorno a stranieri.

L’uomo è stato trovato da una volante della questura di Milano durante un normale servizio di controllo. Identificato, l’egiziano è stato scoperto destinatario da un ordine di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip di Monza: lo hanno portato al commissariato brianzolo e da lì portato nella casa di via Zucchi.

L’operazione Hydra del commissariato di polizia di Monza aveva permesso di scoprire un giro di falsi contratti di lavoro che venivano gestiti dallo studio di un ragioniere di Verano Brianza: a partire dal 2012, secondo l’indagine, avrebbe procurato documenti falsi a più di 1.500 extracomunitari residenti in tutta la Brianza e l’hinterland, attraverso l’apertura di oltre 30 false aziende per un giro d’affari stimato tra i 2 ei 3 milioni di euro. L’accusa, per lui, è stata di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla permanenza illegale sul territorio italiano.

Oltre al ragioniere altre dieci persone sono state raggiunte da misura restrittiva, ma agli arresti domiciliari, in virtù dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale brianzolo Federica Centonze su richiesta del pm Manuela Massenz, la quale ha iscritto complessivamente 172 persone nel registro degli indagati (40 delle quali, sia italiane che straniere, indagate per associazione a delinquere, mentre gli altri sono gli immigrati che hanno presentato la documentazione fittizia, accusati di falso ideologico).

Le indagini hanno coinvolto tutta la Brianza: oltre a Monza, Lissone, Varedo, Barlassina, Seveso, Muggiò, Vaprio, Brugherio, Sulbiate, Senago, Besana, Cesano Maderno. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti guidati dal dirigente Angelo Re, il ragioniere aveva dato vita ad un vero e proprio “sistema”, in grado di garantire falsi contratti di assunzione a lavoratori stranieri. Un lavoro minuzioso, quello degli agenti, fatto di ore a spulciare carte e documenti, e nato dalle singole denunce che arrivavano sui tavoli della procura di Monza. Segnalazioni che, lette unitariamente, hanno portato gli investigatori a ipotizzare il coinvolgimento di oltre 800 imprese avviate fittiziamente negli ultimi 10 anni (in molti casi già esistenti) nelle quali si facevano figurare le false assunzioni dei cittadini stranieri.