Falò di Sant’Antonio, tradizione ok ma è emergenza in stalla: persi 700mila animali in 10 anni

Negli ultimi dieci anni in Lombardia sono scomparsi quasi 700 mila tra mucche, maiali, pecore e capre. È quanto emerge da una rilevazione della Coldiretti regionale in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate. A Lissone folla per il tradizionale falò in onore del santo.
Mucche in una stalla lombarda
Mucche in una stalla lombarda

Negli ultimi dieci anni in Lombardia sono scomparsi quasi 700 mila tra mucche, maiali, pecore e capre. È quanto emerge da una rilevazione della Coldiretti regionale in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, celebrata in Brianza con i tradizionali falò dedicati al Santo (a Lissone c’è stata la tradizionale folla: GUARDA LA GALLERY). In particolare – sottolinea la Coldiretti – dal 2008 la fattoria lombarda ha perso solo tra gli animali più grandi, circa 10 mila tra mucche e bufale, oltre 680 mila maiali, più di 8 mila tra pecore e capre. Nonostante ciò la Lombardia può contare su un patrimonio zootecnico con oltre 4 milioni di suini 1,5 milioni di bovini e oltre 200 mila ovicaprini.

«Con la diminuzione dei capi allevati – spiega la Coldiretti – è a rischio la biodiversità delle stalle lombarde, dove sono minacciate di estinzione 14 razze: 6 di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini». Un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia come la Varzese, unica razza bovina autoctona della Lombardia diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la capra Verzaschese dal caratteristico mantello nero. Tra i bovini a rischio ci sono poi la Cabannina, dalla caratteristica riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana il cui latte è utilizzato per produrre il Parmigiano Reggiano, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.

A questi – continua la Coldiretti Lombardia – si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra le capre a rischio scomparsa in Lombardia ci sono la Orobica dalle corna imponenti e il cui latte è utilizzato per la realizzazione del Bitto Storico, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria, la Bionda dell’Adamello e la capra di Livo presente ancora in provincia di Como.

«Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – conclude la Coldiretti Lombardia – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio».