Fa le multe, ma è a casa: a processo una ex vigilessa di Monza

Ufficialmente risultava in servizio, ma in realtà non c’era. Era a casa. Rinviata a giudizio una ex agente della polizia locale di Monza incastrata dalle indagini dei colleghi: la vigilessa avrebbe compilato relazioni di servizio false per attestare che si trovava in servizio.
Fa le multe, ma è a casa: a processo una ex vigilessa di Monza

Relazioni di servizio “taroccate” per coprire le assenze dal servizio nella Polizia locale. Questo sarebbe lo scenario dimostrato dalle indagini svolte internamente dagli agenti di via Marsala su una collega nei confronti della quale è partita una denuncia alla Procura che ha portato al rinvio a giudizio della (ex) agente del commissariato. La vicenda risale a diversi mesi fa, ma è venuta a galla solo negli ultimi giorni dopo una delibera della giunta comunale con cui si è preso atto del provvedimento penale in corso.

A quanto si apprende sono stati gli stessi vigili ad accorgersi dei comportamenti sospetti di V.M.C. che dalle relazioni di servizio risultava presente anche se in ufficio non c’era. Seguendo i movimenti dell’auto di servizio che la vigilessa utilizzava i colleghi hanno dimostrato che in realtà non era al lavoro quando sulle relazioni di servizio, che lei stessa compilava, dimostravano il contrario. Così si esprime il Comune nella delibera: «La stessa (dipendente), su segnalazione della Polizia locale, durante l’orario di lavoro, si sarebbe trovata verosimilmente nel proprio domicilio anziché in servizio come invece attestata in alcune relazioni di notificazione da lei compilate nella stessa giornata oggetto del controllo». A quanto si apprende dai gossip comunali la dipendente si sarebbe spiegata ai colleghi dicendo che gli episodi a cui fanno riferimento le prove fotografiche sono relativi ad un giorno in cui accusava malesseri fisici che l’hanno relegata a casa.

Il Comune di Monza ha deciso di non costituirsi parte civile in questo provvedimento, che vede l’imputata accusata di peculato e falso ideologico, in quanto: «Le imputazioni ascritte alla dipendente, in quanto riferite a limitati episodi, non consentono l’individuazione di eventuali danni per l’ente e neanche una loro quantificazione». L’amministrazione comunale ha accettato l’offerta di risarcimento proposta dall’avvocato della dipendente pari a 500 euro. Il Comandante della Polizia locale, Alessandro Casale, preferisce non commentare questo episodio: «Sono in corso le indagini, non posso dire nulla». La ex dipendente della Polizia locale è stata trasferita già diversi mesi fa ad un altro ufficio del Comune, ma dopo la delibera di giunta del mese di ottobre la ex vigilessa è stata sospesa in attesa dell’esito del procedimento penale. In ogni caso l’amministrazione comunale aspetterà la sentenza del provvedimento penale per potersi poi esprimere, a livello disciplinare, nei confronti della dipendente. Non è escluso, infatti, che, se fosse dimostrata la sua colpevolezza, la ex vigilessa potrebbe anche perdere il posto.