Expo del design: alla Triennale di Milano l’incontro di “Arch and art”

C’èanche una Monza industriale protagonista dell’Esposizione internazionale del design: alla Triennale di Milano fino a settembre è presente “Arch and Art”, un progetto di Assolombarda Confindustria Milano Monza Brianza. Ovvero l’incontro fra l’arte e l’architettura in cinque padiglioni.
Arch and Art: l’opera di  David Chipperfield e Michelangelo Pistoletto (foto Domus)
Arch and Art: l’opera di David Chipperfield e Michelangelo Pistoletto (foto Domus) Redazione online

“Road to (R)evolution”: è il titolo del primo capitolo monzese dell’Esposizione internazionale della Triennale di Milano. Il progetto espositivo nato in collaborazione con Quattroruoteal via al Serrone della Villa reale di viale Brianza il 12 aprile.

C’è poi un’altra Monza, quella industriale, protagonista dell’Esposizione internazionale: alla Triennale di Milano, in viale Alemagna, fino a settembre è presente un progetto di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, realizzato e curato da Domus e prodotto in collaborazione con la stessa Triennale. Si tratta di “Arch and Art” e nei giardini presenta l’incontro fra l’arte e l’architettura in cinque padiglioni in cui si incontrano i lavori di David Chipperfield e Michelangelo Pistoletto, Michele De Lucchi ed Enzo Cucchi, Hans Kollhoff e Mimmo Paladino, Eduardo Souto de Moura e Jannis Kounellis; Francesco Venezia ed Ettore Spalletti.


LEGGI L’intervista a Giovanna Mazzocchi sul Cittadino del 7 aprile 2016

«Per gli industriali è un progetto importante, uno dei cinquanta del nostro piano strategico Far Volare Milano, che ha coinvolto non solo architetti e artisti di fama internazionale, ma anche le imprese del territorio», ha spiegato Giovanna Mazzocchi, presidente di Edidomus e nel consiglio di presidenza degli industriali milanesi con delega alla cultura d’impresa.

Il punto di partenza? «Se Milano riparte e riprende centralità, lo fa tutto il Paese. E per farlo serve anche un posto bello e funzionale in cui lavorare. Abbiamo voluto fare questo: fare incontrare cinque artisti con cinque architetti e creare con loro cinque progetti unici e diversi, perché gli uomini in realtà sono differenti e questo permette di offrire suggestioni ogni volta uniche».