Estorsione sessuale a Briosco ai danni di un direttore di banca: prima paga, poi denuncia e scatta un arresto

La vittima, del comasco, ha fissato un appuntamento con una 19enne di origine straniera residente a Briosco, l’incontro è stato fotografato da complici ed è partito il ricatto. In tutto gli indagati sarebbero sette.
Il palazzo di giustizia di Lecco
Il palazzo di giustizia di Lecco

Una estorsione sessuale a un direttore di banca comasco adescato su un sito di incontri da una diciannovenne di origini straniere residente a Briosco, dietro la quale, avrebbero appurato delle indagini, ci sarebbe però stata una vera e propria organizzazione composta da giovani e giovanissimi. Concordato l’appuntamento, la ragazza e il professionista si sarebbero appartati in un luogo tranquillo, a bordo dell’auto dell’uomo dove la ragazza si sarebbe limitata a spogliarsi e a rimanere a seno nudo: a quel punto sarebbero entrati in scena i complici, che avrebbero scattato fotografie per poi ricattare la vittima, la quale, dopo aver pagato più volte, ha deciso a ottobre di rivolgersi alla polizia locale di Cantù e ha sporto denuncia.

Sono quindi state avviate le indagini coordinate dalla Procura di Lecco, e sviluppate in collaborazione tra gli agenti della polizia locale della cittadina del Comasco e i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Merate, principalmente attraverso intercettazioni telefoniche e servizi di pedinamento e osservazione.

Nei giorni scorsi, su richiesta del pm, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecco ha firmato tre misure restrittive della libertà personale: per uno degli indagati si sono spalancate le porte del carcere (già si trovava agli arresti domiciliari per un’analoga vicenda, un’indagine della Procura di Monza finita nel luglio dello scorso anno in Tribunale, con una lunga lista di condanne – in abbreviato – e patteggiamenti), per altri due l’obbligo di firma. Ma sarebbero in totale sette gli indagati, quattro a piede libero.

Tre gli episodi estorsivi consumati nella Brianza lecchese attribuiti dalla Procura a quello che viene considerato il “dominus” dell’organizzazione, un 25enne di Missaglia che stava scontando agli arresti domiciliari una condanna a 4 anni e 8 mesi “rimediata” in abbreviato a Monza – alla ragazza e a un terzo complice, un ragazzo di Monticello Brianza nato nel 2001. Al direttore di banca, i tre – con l’intervento, in un caso, di un uomo di 59 anni di Verano Brianza, la cui posizione è però definita “minore” in quanto si sarebbe limitato a una telefonata di minaccia, spacciandosi per il padre della giovane – avrebbero estorto denaro contante in tre tranche, da 750, 850 e 600 euro.