Emergenza smog, le dieci proposte dei Comuni della Lombardia a Regione e Governo

Un nuovo incontro a Palazzo Lombardia fissato per martedi 29 dicembre alle 15 con in mano il documento in dieci punti presentato dall’Anci e sposato dalla Regione in previsione del confronto con il Governo convocato per mercoledì. Nessuna soluzione radicale nell’incontro di sindaci e istituzioni col presidente Maroni (che boccia il blocco auto) per fronteggiare l’emergenza smog.
Emergenza smog: il tavolo Regione-Anci
Emergenza smog: il tavolo Regione-Anci Redazione online

Un nuovo incontro a Palazzo Lombardia fissato per martedi 29 dicembre alle 15 con in mano il documento in dieci punti presentato dall’Anci e sposato dalla Regione in previsione del confronto con il Governo convocato per mercoledì. Nessuna soluzione radicale nell’incontro di sindaci e istituzioni col presidente Maroni per fronteggiare l’emergenza smog.

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«Fissando prima le regole del gioco, potremo muoverci in modo più agevole anche agli occhi dei cittadini. Sapremo, con un lavoro coordinato con Regione e Governo, rispondere in modo tempestivo e più efficace alle emergenze – ha spiegato il presidente di Anci Lombardia Roberto Scanagatti – Nelle città ci impegniamo con ancora maggiore determinazione a lavorare per ridurre il traffico privato, efficentare i mezzi pubblici, incrementare gli spazi pedonali, rendere car free le scuole. Molto è stato fatto e tanto è ancora da fare. Realizzarlo in un contesto dove quello che facciamo quotidianamente è accompagnato da questi obiettivi nazionali e regionali, sarebbe indubbiamente più semplice».

I dieci punti della piattaforma Anci.

1. Promuovere un coordinamento delle regioni della Pianura padana allo scopo di concertare azioni di lungo periodo ed azioni di emergenza

2. Definire provvedimenti per affrontare le emergenze che scattino in modo automatico, quali ad esempio le limitazioni del traffico in tutta la regione dopo un periodo definito di sforamento dei limiti e l’obbligo di abbassare le temperature massime di riscaldamento negli edifici, siano essi pubblici o privati.

3. Ripristinare integralmente le risorse destinate al trasporto pubblico locale e fissare con certezza risorse nazionali e regionali disponibili nei prossimi 5 anni in spesa corrente e in investimenti in modo da poter programmare correttamente servizi, sistemi tariffari, dare certezza ad aziende ed utenti.

4. Utilizzare parte delle risorse della privatizzazione delle ferrovie per un forte rinnovo del parco treni locali.

5. Fissare una data di scadenza entro la quale non potranno circolare più e vanno rottamati gli euro 0,1,2 e 3 diesel, fissarla successivamente anche per gli euro 4 diesel. Prevedere incentivi e agevolazioni per chi cambia tali auto e prevedere al tempo stesso sgravi sul bollo per mezzi meno inquinanti.

6. Fissare una data entro la quale si dovrà per legge sostituire le caldaie più inquinanti pena il divieto di accensione, valorizzando gli ecoincentivi governativi che negli anni hanno comunque consentito di migliorare la situazione e favorire gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.

7.  Finanziarie prioritariamente e realizzare nei prossimi 5 anni le infrastrutture del trasporto pubblico locale previste nei piani regionali e locali

8. Spostare progressivamente gli incentivi dall’autotrasporto merci al trasporto merci su ferrovia.

9. Accompagnare l’obiettivo 65% di raccolta differenziata con sanzioni per chi sceglie di non raggiungere tale soglia e la sostituzione dell’illuminazio pubblica in led entro i prossimi 5 anni.

10. Realizzare entro 30 mesi una rete di ricarica elettrica efficiente a livello regionale che spinga in via prioritaria alla riconversione elettrica dei mezzi in sharing e della logistica merci. Prevedere incentivi per chi va a lavoro in bici sul modello francese.

«Servono misure strutturali – ha detto il presidente Maroni – e se andate a vedere i tassi di inquinamento di dieci anni fa, le polveri sottili superavano i 200 microgrammi per metro cubo, oggi siamo a 60. In questi dieci anni è stato fatto molto, bisogna fare di più ma il fatto più importante è capire che la pianura Padana ha nel suo insieme una specificità unica in Europa e quindi fare in modo che la Commissione Ue la riconosca e prenda provvedimenti adeguati per intervenire qui».

E poi: «Vuol dire coinvolgere Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e mercoledì mattina lo spiegherò al ministro per l’Ambiente Galletti. Avevamo già fatto a Milano un incontro con l’allora ministro per l’Ambiente Orlando, al quale aveva partecipato anche la Regione Friuli Venezia Giulia. Orlando si era impegnato a farsi portavoce di questa iniziativa presso la Commissione Europea ma poi ha cambiato dicastero, è andato alla Giustizia, e tutto si è fermato. Chiederemo a Galletti di riprendere questa strada che è l’unica percorribile per ridurre l’inquinamento».

Maroni ha anche bocciato il blocco delle auto deciso da Milano: «I miei tecnici mi dicono di no – ha aggiunto Maroni – perché al termine del divieto c’è un picco di inquinanti maggiore rispetto al giorno prima del blocco. Allora, tanto vale…».

A Monza e in diversi Comuni della Brianza (ad esempio Vimercate) resta in vigore l’ordinanza che ferma le auto fino ai diesel euro 3 e che impone l’abbassamento di un grado dei riscaldamenti e la chiusura delle porte dei negozi.