Emergenza immigrazione: 56 profughi in Brianza, quarta tenda in via Spallanzani a Monza

Assomiglia sempre più a una piccola tendopoli il cortile del centro Spallanzani a Monza. La quarta tenda è stata montata dagli operatori della Protezione civile provinciale per riparare gli ultimi 56 profughi dirottati in Brianza dalle strutture di accoglienza del Sud. E si cerca un terzo hub provinciale.
Monza, profughi al centro di via Spallanzani
Monza, profughi al centro di via Spallanzani Fabrizio Radaelli

Assomiglia sempre più a una piccola tendopoli il cortile del centro Spallanzani a Monza. La quarta tenda è stata montata dagli operatori della Protezione civile provinciale per riparare gli ultimi profughi dirottati in Brianza dalle strutture di accoglienza del Sud: complessivamente erano 56, ma alcuni hanno già lasciato Monza per proseguire il loro viaggio.
«Sono arrivati – spiegano dalla Prefettura – suddivisi in piccoli gruppi, in tempi diversi. Alcuni provenivano da Taranto, altri da Agrigento e da Trapani».

I due hub di Monza e di Limbiate, dove i migranti rimangono qualche settimana e da dove vengono accompagnati in Questura per la formalizzazione della domanda di asilo e negli ambulatori per le visite mediche, sono al completo.
Per ora nessuno parla di emergenza, ma gli amministratori provinciali e i funzionari della Prefettura sono alla ricerca di una terza struttura di prima accoglienza.

Nei giorni, scorsi, intanto sei stranieri arrivati in Italia oltre un anno fa e ospitati in Brianza da diversi mesi sono usciti dal programma di aiuti definito dal Governo e dovranno lasciare il nostro Paese.
«I loro permessi di soggiorno – precisano dalla Prefettura – sono scaduti in quanto non sono state accolte né le loro richieste per ottenere lo status di rifugiati, né i ricorsi presentati per cercare di ribaltare la decisione».

Dalla scorsa settimana, quindi, non possono essere alloggiati gratuitamente in strutture religiose o in appartamenti anche se, aggiungono da via Prina, ogni caso viene esaminato singolarmente.

«Ad alcuni di loro – afferma il vicesindaco Cherubina Bertola – il Consorzio Comunità Brianza che gestisce l’emergenza potrebbe rimborsare il biglietto per tornare in patria o per raggiungere i parenti in altre nazioni».
I viaggi saranno pagati grazie al fondo Hope alimentato dal Consorzio con un euro al giorno per ogni ospite accolto, oltre che da alcuni comuni e da privati. Le forze dell’ordine non effettueranno verifiche particolari sui giovani con i documenti scaduti, né li imbarcheranno su un aereo in partenza: chi sfiderà la sorte e rimarrà in Italia da immigrato irregolare dovrà sperare di non incappare in qualche controllo sulle strade.

L’intensificarsi degli sbarchi al Sud e, di conseguenza, degli invii al Nord ha ridato fiato alle polemiche della Lega: «In Brianza – attacca il consigliere provinciale Andrea Monti – abbiamo una Provincia e una Prefettura al costante e permanente servizio degli immigrati, così che il numero di arrivi sarà sempre copioso. Con buona pace, e soddisfazione, dei criminali che ci fanno un sacco di quattrini».
«Ponti – incalza il padano – annuncia che siamo pronti a spendere risorse pubbliche per allestire un nuovo centro raccolta immigrati e contemporaneamente ci fa sapere che non ci sono soldi per asfaltare le nostre strade, per sistemare le nostre scuole e per far girare i nostri autobus».