Emergenza coronavirus nelle rsa della Brianza: 9 morti a Giussano, il dramma del contagio tra gli operatori

Tragico il bilancio di Giussano: alla Residenza Amica c’erano cinque vittime registrate giovedì sera, sono diventate nove venerdì. In più strutture - Brugherio, Ruginello e la stessa Giussano - colpiti gli operatori e ridotto al minimo il personale.
Giussano casa di riposo
Giussano casa di riposo Pozzi Attilio

Erano cinque giovedì sera, sono saliti a nove nella mattinata di venerdì 17 aprile: è il numero degli ospiti deceduti a Residenza Amica, residenza sanitaria assistita di Giussano. Nel giro di 10 giorni la situazione è precipitata. Servono tamponi, serve personale.
Era il 27 marzo quando il presidente del Cda, Alberto Elli ha chiesto i tamponi per gli anziani e per i dipendenti, poi un’altra richiesta sempre ad Ats, lunedì 6 aprile: questa volta ne ricevono 16 (su 85 ospiti e 106 dipendenti, di cui 16 liberi professionisti). Quello stesso giorno un ospite, a seguito di una caduta, viene portato al pronto soccorso di Desio, poi al San Gerardo di Monza dove, asintomatico, risulta positivo al Covid-19. Il giorno dopo il personale medico della casa di riposo esegue i tamponi: 13 positivi, 1 negativo, 2 debolmente positivi fino al più recente dato di 32 positivi (più il positivo in ospedale) su 39 test eseguiti. Del personale, 40 persone, a venerdì risultano in malattia, di cui cinque per Covid (tre liberi professionisti) o perchè positivi o per quarantena.

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«Abbiamo registrato un crollo repentino, il precipitare degli eventi – ha detto il presidente Alberto Elli – Abbiamo chiesto a più riprese i tamponi e, in totale, per ora, Ats ne ha mandati 41. Ne occorrerebbero almeno 200 per sapere chi sia positivo e chi sicuramente no».

Nella residenza le camere vengono sanificate, la mensa è stata chiusa proprio per evitare promiscuità, i familiari non possono accedere dai primi di marzo per tutela degli ospiti ed è stato attivato un servizio di video chiamata per le famiglie.
Intanto Residenza Amica “causa molteplici assenze per malattia dei propri operatori, ricerca personale oss/ass infermieri, che consentirebbe di superare questo difficile momento, verrà garantita l’assunzione a tempo determinato per mesi sei”. Per info 0362 2354336.

È di venerdì la notizia che il sindaco Marco Citterio ha chiesto all’azienda sanitaria di mettere a disposizione qualche posto del secondo piano dell’ospedale Borella (attivo dal 17 aprile) per alcuni ospiti di Residenza amica, risultati positivi, «cosa che andrebbe ad alleggerire il carico del personale rimasto, fornendo le cure ai malati in una struttura ad hoc – ha detto il primo cittadino». Una notizia accolta con favore da Elli, che ha individuato subito otto ospiti.

Attenzione sempre alta sulla situazione della Rsa Villa Paradiso di via Dante a Brugherio. Dopo l’esplosione dell’emergenza da coronavirus registrata nei giorni di Pasqua e il trasferimento di 26 ospiti in ospedali brianzoli e milanesi, nella notte tra giovedì e venerdì 17 aprile i 22 ospiti rimasti sono stati sottoposti a tampone.
Il tema centrale resta quello del personale. Tutte malate le operatrici socio-sanitarie e gli altri dipendenti: oltre 30 persone che a scaglioni, ma in parte anche in contemporanea, sono rimaste a casa in malattia. Con ogni probabilità tutte contagiate. È per questo che il direttore Roberto Gusmaroli giovedì 9 aprile ha chiamato il primo cittadino Marco Troiano ribaltando il quadro rassicurante che gli aveva tracciato solo il 5 aprile. Due giorni dopo, il bilancio dei decessi parlava di 5 ospiti morti in meno di una settimana. Venerdì mattina la struttura ha annunciato il trasferimento di tutti i pazienti tra ieri e sabato, per poter provvedere alla corretta sanificazione e poi riportare in sede gli ospiti.

A Ruginello di Vimercate solo sette anziani, su 124 ospiti totali, non sono stati contagiati dal coronavirus nell’Rsa San Giuseppe. È il risultato a cui arriva la relazione diffusa alla fine della scorsa settimana dai responsabili amministrativi e medici della Casa Famiglia di Ruginello, un report che indica come, dal primo caso di contagio confermato il 5 marzo, il coronavirus si sia diffuso nell’intera struttura. Ma pure segnala che solo il 26 marzo c’è stata la possibilità, e dopo un lunga insistenza verso l’Ats Brianza, di poter fare i tamponi ai pochi ospiti, 33 su 124, che fino a quel momento non manifestavano i sintomi della malattia. La casa di riposo vimercatese è quindi stata lasciata per tre settimane nell’incertezza sul situazione del contagio al suo interno. Una situazione che ha avuto come risultato il contagio di 117 ospiti su 124, di cui 26 positivi dopo il tampone, ma asintomatici. A questo si aggiunge il contagio nel 65% del personale tra medici, infermieri, fisioterapisti, educatori e operatori, e nonostante la direzione della San Giuseppe sia sempre riuscita a garantire i dispositivi di protezione individuali. Non vengono diffusi numeri sui decessi “per una forma di rispetto – si legge nel report dell’Rsa – verso le persone decedute e nei confronti del dolore dei loro famigliari” ma, dai dati divulgati fino alla fine di marzo, i morti sono stati circa il 10% dei contagiati

Il coronavirus è entrato anche alla casa di riposo Pio Ninetta e Gavazzi di via Santa Liberata a Desio. Se fino a pochi giorni fa la Rsa desiana poteva vantare di non avere contagi al suo interno, ora ci sono 6 casi di ospiti positivi.
«Nonostante tutte le misure di precauzione adottate fin dall’inizio dell’emergenza, purtroppo ci sono sei anziani risultati positivi – dice il presidente GianBattista Aceti – Per fortuna, non sono in gravi condizioni. La direttrice sanitaria Liliana Piccaluga sta seguendo da vicino la situazione, che per il momento sembra sotto controllo». La preoccupazione di tutti è che il virus si diffonda ulteriormente, tra i 120 ospiti e gli altrettanti operatori sanitari.

(* con la collaborazione di Federica Vernò, Valetia Pinoia, Paola Farina)