Emergenza coronavirus e non solo: «Nel periodo di crisi c’è il pericolo infiltrazioni mafiose»

Nei giorni dell’emergenza non c’è solo il pericolo del virus. Le aziende sono più esposte al rischio di incursioni della malavita. Il monito lanciato dal procuratore nazionale De Raho: situazione di disagio sociale, «perfetta per la criminalità organizzata». Nel 2014, scoperta a Seveso la banca della ’Ndrangheta. Bellomo: «Stare in guardia».
Dia Direzione investigativa antimafia
Dia Direzione investigativa antimafia

C’è un altro nemico, oltre al virus, da cui guardarsi le spalle in questo periodo di emergenza. In questi ultimi giorni il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ha invitato istituzioni, imprenditori e cittadini a tenere alto il livello di attenzione sulle mafie.
«Stiamo vivendo un disagio sociale. È la situazione perfetta per la criminalità organizzata per mirare a un consenso sociale offrendo benefici alla parte più povera della popolazione. L’obiettivo è di sostituirsi allo Stato. Benefici che però devono essere restituiti con gli interessi», precisa il procuratore.

Un rischio reale: le imprese tra qualche mese dovranno ritornare sul mercato e, se lo Stato non interviene a sostegno dell’economia, in tante saranno in difficoltà. Con il rischio di agevolare le mafie, pronte a trovare un modo per investire denaro ottenuto dai mercati illeciti.

Nel 2014 l’operazione Tibet aveva già smascherato una “banca” della ‘ndrangheta a Seveso che apparentemente correva in aiuto alle imprese in crisi per poi però prenderne il completo controllo.
«Quando la criminalità organizzata tende la mano all’imprenditore lo fa esclusivamente per ottenere profitto», precisa il sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellomo, per anni in prima linea in Brianza contro la ‘ndrangheta. E poi aggiunge: «Vietato abbassare la guardia. La criminalità organizzata sul nostro territorio ha subìto parecchi colpi da parte della giustizia, ma fino a quando non saranno fermati tutti i membri delle locali di ‘ndrangheta bisogna stare attenti a possibili ritorni».

Un pericolo da evitare assolutamente. «Appena il mercato – puntualizza anche Valerio D’Ippolito, referente di Libera Monza e Brianza – ritornerà alla normalità le aziende saranno esposte al rischio di incursione da parte delle mafie nella propria attività. Lo Stato deve, dunque, già da ora attivare strumenti in grado di aiutare gli imprenditori oppure le mafie arriveranno prima. Queste potranno contare sull’urgenza, i soldi di certo a loro non mancano, per avere il controllo sull’economia sana».

Dalle ultime indagini della Direzione distrettuale antimafia è emerso che le mafie puntano su nuovi mercati, come quello della distribuzione dei farmaci. Da sempre, invece, la criminalità organizzata si serve della corruzione per entrare nelle pubbliche amministrazioni e superare i controlli. Per questo le amministrazioni comunali giocano un ruolo fondamentale in questa partita.

«Gli organi comunali non devono lasciarsi travolgere dalla fretta – spiega Roberto Beretta, presidente di Brianza Sicura – In un momento come questo sappiamo che i cittadini chiedono risposte e interventi nel minor tempo possibile, ma questo non deve spingere le amministrazioni ad agire, anche se in buona fede, con minor prudenza. Il rischio è di affidare lavori, ed eventuali fondi del governo, a imprenditori collusi con la criminalità organizzata».