La nuova Lettera pastorale dell’arcivescovo Scola: «Educarsi al pensiero di Cristo»

Cinque capitoli: Eventi, Pietro e i discepoli alla scuola di Gesù, Educarsi al «pensiero di Cristo», Educarsi al «pensiero di Cristo» nella Chiesa ambrosiana di oggi, il coraggio e la franchezza della testimonianza.L’Arcivescovo ha anche annunciato la sua prima visita pastorale attraverso assemblee nei 73 decanati.
Scola in una delle sue visite nelle parrocchie della Diocesi
Scola in una delle sue visite nelle parrocchie della Diocesi

Una nuova lettera pastorale, «Educarsi al pensiero di Cristo», guiderà la Chiesa ambrosiana nel prossimo biennio. Il documento dell’arcivescovo Angelo Scola, edito dal Centro ambrosiano (96 pagine, 2.50 euro, anche in versione ebook a 1.49 euro), è già disponibile in tutte le librerie cattoliche. Il testo si articola in cinque capitoli: Eventi, Pietro e i discepoli alla scuola di Gesù, Educarsi al «pensiero di Cristo», Educarsi al «pensiero di Cristo» nella Chiesa ambrosiana di oggi, il coraggio e la franchezza della testimonianza.

«Il pensiero di Cristo è la grazia di una “sapienza” nuova. Non un pacchetto ben confezionato di buone idee cui fare ricorso alla bisogna. Non perciò una conquista di cui vantarsi, ma un dono dello Spirito Santo di cui essere grati»: è un passo della Lettera presentata durante la Messa per la festa di santa Maria Nascente, patrona del Duomo, che ha aperto l’anno pastorale. «Tenendo conto dell’attuale tempo storico, ritengo urgente che nella nostra diocesi si approfondisca il tema del pensiero e dei sentimenti di Cristo – scrive Scola –. È necessario riscoprire la dimensione culturale della fede, per vincere l’estraneità tra la nostra pratica cristiana e il concreto quotidiano».

«L’incontro con Gesù per il credente è la sorgente di un nuovo modo di pensare gli affetti, il lavoro, il riposo e la festa, l’educazione, il dolore, la vita e la morte, il male e la giustizia».

Egli trova in Cristo il criterio per valutare ogni cosa approfondendo l’unità della propria persona – scrive l’arcivescovo -In questa prospettiva lasciarsi educare al pensiero di Cristo chiede di immedesimarsi con il pensare e il sentire di Cristo, con il suo modo di guardare e abbracciare la realtà. L’incontro con Cristo, pertanto, spalanca ad ogni altro incontro e rende capaci di affrontare ogni situazione secondo questa nuova mentalità che scaturisce da Lui».

E poi si sofferma sul tema della Misericordia:

«La misericordia è il tratto principale del pensare e agire di Gesù. Il Santo Padre ha voluto che il motto di questo Anno Santo sia Misericordiosi come il Padre. Invito a praticare le opere di misericordia corporali e spirituali. Esse generano atteggiamenti e gesti che, vissuti con fedele regolarità, lentamente rinnovano i nostri cuori».

«Sarà bene valorizzare il legame tra misericordia e pellegrinaggio: sono tanti i Santuari nella nostra diocesi e sono molto amati, visitati, vissuti. Lungo questo anno straordinario sarà decisivo riscoprire l’importanza del nostro battesimo e della celebrazione del sacramento della riconciliazione: autentica pedagogia al pensiero di Cristo».

Il Cardinale ha parlato del legame tra carità e cultura.

«Non è possibile aprire la casa ai profughi, visitare gli anziani in ospedale senza che affiori la domanda: “perché lo faccio?”. La carità che non arriva a quella domanda è filantropia. Si tratta di far emerge da queste esperienza le ragioni, attraverso una lettura teologica della povertà».

«Si tratta di assumere – ha spiegato Scola – il pensiero e i sentimenti di Cristo, cioè non un insieme di norme e conoscenze intellettuali ma una mentalità nuova. In questo modo la nostra fede diventa cultura, nel senso greco di visione della vita che nasce dall’esperienza. Questo significa non solo interpretare i fatti della vita secondo i criteri di Cristo, ma come diceva San Massimo, pensare Cristo attraverso tutte le cose». Scola ha insistito sul ruolo della famiglia. «Con la pastorale familiare fino ad ora sono stati le parrocchie a prendersi cura della famiglia come oggetto, la famiglia deve invece diventare essa stesa soggetto di annuncio di Cristo partendo dall’esperienza quotidiana. Senza famiglie che vivono affetti, lavoro, riposo, la morte in nome di Cristo, il Cristianesimo perde la sua forza di religione incarnata e nasce quella separazione tra vita e fede che è una delle questione del nostro tempo».

Il cardinale ha reso nota un’altra iniziativa rivolta non solo a cattolici ma anche ai credenti in altri fedi e ai non credenti: un ciclo di incontri, dal titolo “Dialoghi di vita buona” su libertà, diritto, uguaglianza, differenza sessuale, bio-ingegneria, curati da un comitato scientifico di eminenti personalità del mondo della cultura.

L’Arcivescovo ha anche annunciato la sua prima visita pastorale. La visita si svolgerà attraverso assemblee in ognuno dei 73 decanati in cui è suddivisa la Diocesi. Gli incontri si svolgeranno preferibilmente durante la settimana, e in orari seriali, e saranno aperti non solo ai membri dei consigli pastorali ma a tutti i fedeli. La visita si concluderà nel mese di maggio del 2017.