Ecosistema urbano: Monza nel 2019 risale, ma è sempre ultima fra le lombarde

Monza guadagna quindici posizioni nel dossier dell’Ecosistema Urbano stilato da Sole 24 Ore e Legambiente e misurato sulle perfomance ambientali: nel 2019 è in 79esima posizione, sempre ultima tra le lombarde.
Ecosistema Urbano 2019
Ecosistema Urbano 2019

Nel 2018 era crollata, un anno dopo prova a risalire. Monza guadagna quindici posizioni nel dossier dell’Ecosistema Urbano 2019 stilato da Sole 24 Ore e Legambiente e misurato sulle perfomance ambientali in tema di aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente. Una tappa sul percorso verso la classifica della Qualità della vita. La provincia brianzola è in 79esima posizione, sempre ultima delle lombarde.


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Quest’anno il primo posto assoluto è appannaggio di Trento, che era quarta ed è balzata in avanti superando anche Mantova (seconda) grazie a una politica di investimenti in energie rinnovabili. Chiudono la top 5 Bolzano, Pordenone, Parma. Le città lombarde: Cremona è 17esima, Sondrio è 22esima, Bergamo 25esima, Lodi 27esima, Milano 32esima (-9 posizioni), Brescia 33esima, Pavia 40esima, Varese 41esima, Lecco 60esima, Como 68esima, poi Monza.

È una mappa di come l’Italia spende le sue risorse e pianifica le trasformazioni.

Mantova è la miglior città lombarda e si conferma con ottime performance generali, migliorando il punteggio complessivo (80,59%) e superando – unica con Trento – il muro degli 80 punti percentuali.

Monza guadagna i suoi punti per un totale di 43,91% eccellendo nella categoria “acqua” per dati relativi alla dispersione della rete idrica e della capacità di depurazione (ma è 96° consumi idrici domestici). E poi per un uso efficiente del suolo nelle percentuali di consumo/residenti e urbanizzazione/residenti.

È nella parte alta nella classifica di verde totale (11), anche se è 43° per numero di alberi ogni 100 abitanti, ed è 15° nella classifica per rifiuti pro capite.

Pessimi invece i piazzamenti relativi a inquinamento e aria: 95° per concentrazione media di Pm10, 91° per biossido d’azoto, 78° per ozono. Ed è 96° per il solare pubblico.

Così così relativamente alla mobilità: 47° nella classifica delle auto (dati Aci 2018), 58° nell’infrastrutturazione per ciclabilità, 86° per le isole pedonali, 68° per passeggeri di trasporto pubblico, 57° per percorrenza trasporto pubblico (km-vettura/abitanti).

Nel rapporto vengono presi in considerazione dati originali raccolti da Legambiente, ad eccezione per uso efficiente del suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-Istat). L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 104 capoluoghi esaminati nel report copre i principali componenti ambientali presenti in una città, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

«Le città oggi hanno sempre di più il delicato ruolo di rappresentare il motore del cambiamento, perché possono incidere con forza ed efficacia sulla trasformazione ecologica della società – dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia – Secondo le Nazioni Unite le città, pur occupando solo il 3% della superficie terrestre, sono responsabili del 75% delle emissioni di CO2 e fino all’80% del consumo energetico. Se si considera la concentrazione di abitanti che si muovono con mezzi di trasporto, riscaldano le proprie case, producono rifiuti, è chiaro come tutto questo abbia un impatto sempre crescente sui livelli di inquinamento. Le buone pratiche esistenti dimostrano quale sia la strada, ma è necessario metterle a sistema. Anche in Lombardia accanto a scelte politiche lungimiranti ci sono ancora resistenze e lentezze, perché non basta l’azione delle singole amministrazioni comunali, anche gli organi sovracomunali sono decisivi: basti pensare alla mobilità e allo smog dove la spinta di alcuni capoluoghi è frenata da provvedimenti della Regione come le deroghe al divieto di circolazione dei diesel».

Nell’ambito di Ecosistema urbano saranno premiate da Legambiente le migliori buone pratiche cittadine: un’occasione per segnalare esperienze che introducono significativi cambiamenti in ambiti specifici e che potrebbero essere riprodotte in altre realtà locali.
I premi saranno consegnati a Bergamo per la tranvia Tram delle Valli, considerato uno dei progetti più interessanti di riattivazione di linee ferroviarie dismesse; a Varese per la scuola “Silvio Pellico”, prima scuola a consumo zero, un edificio totalmente ristrutturato che unisce sicurezza e sostenibilità; a Cremona per il bio menù della mensa scolastica; a Milano per la mobilità: l’AreaC con il ticket di accesso in centro per disincentivare l’uso dell’auto rappresenta il più significativo caso di demotorizzazione privata in Italia e l’introduzione dell’AreaB si stima che tra 2019 e 2026 consentirà di ridurre le emissioni di PM10 da traffico di circa 25 tonnellate.

Milano riceve anche tre menzioni speciali: per il progetto “ Piazze Aperte” di rigenerazione urbana, che punta a dare nuove funzioni allo spazio pubblico creando socialità attraverso la liberazione di alcune piazze da cemento, asfalto e traffico in quartieri ai margini del centro storico densamente popolati (appena inaugurato il progetto Dergano); per il “Borgo Sostenibile”, 323 appartamenti ad alta efficienza energetica, aree verdi, ciclabili e percorsi pedonali, spazi per la condivisione e la socialità grazie al nuovo complesso residenziale di social housing a Figino, quartiere storico a ovest di Milano; per il Frutteto del Gallaratese a Milano, 12 ettari di verde e alberi da frutto attraverso il coinvolgimento degli abitanti dei quartieri Gallaratese e QT8.

Menzione speciale anche a Brescia per il progetto “Oltre la strada” che ha l’obiettivo di restituzione alla città di Porta Milano come quartiere e non più solo come ex sito industriale e arteria di traffico.