Dieselgate: ecco cosa deve fare chi ha una Volkswagen “sospetta”

Volkswagen blocca la vendita di 40mila auto nei concessionari italiani, il ministero parla di un milioni di auto in circolazione con il motore “truccato”. Il caso Dieselgate si allarga: ecco cosa dovrà fare chi ha un’auto sospetta e la lista possibile dei modelli che saranno richiamati.
Un cruscotto Volkswagen
Un cruscotto Volkswagen

Mentre Volkswagen Italia blocca la vendita di 40mila auto che montano il motore forse”truccato” e disponibili dai concessionari, la casa tedesca inizia a preoccuparsi di cosa fare con i veicoli già venduti. Sono gli ultimi capitoli del Dieselgate che nel corso della settimana ha travolto lo storico marchio a partire dagli Stati uniti.

Il Corriere della sera ha riferito della lettera che Volskwagen avrebbe spedito a tutti i venditori italiani per fermare le auto che potrebbero possedere il motore con il software che modifica le emissioni di inquinanti sotto test. «Come sapete Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune problematiche che riguardano un particolare software utilizzato sui nostri motori Diesel – si legge nella lettera firmata dall’amministratore delegato Massimo Nordio -. Come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere, con effetto immediato, la vendita, l’immatricolazione e la consegna dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189».

LEGGI l’inizio della vicenda Volkswagen

Succede mentre il governo si prepara a realizzare controlli a campione sulle auto sospette, mentre le stime dello stesso ministero parlano di circa un milione di auto già in circolazione che potrebbero essere ritirate per rimuovere il software dalla centralina elettronica. È stato il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, a parlarne a margine del meeting dei Centri di revisione auto: «Una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti. Sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia». Una lista ufficiale del modelli d’auto ancora non c’è – verrà resa nota nei prossimi giorni anche dal ministero dei trasporti – ma potrebbe comprendere Audi, A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5, Seat Leon, Altea e Alhambra, Skoda Yeti, Octavia e Superb, Volkswagen Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan. Si tratta di veicoli che dotate di motore 2.0 diesel Tdi immatricolate prima del primo settembre del 2015.

Secondo quanto si apprende, per i proprietari, si dovrebbe trattare di un’operazione “indolore”: riceveranno una lettera dalla casa tedesca che li invita a riportare l’auto al concessionario, dove verrà semplicemente eliminato il software che corregge i dati, quindi sarà restituita senza costi.

Lo stesso sito ufficiale di Wolkswagen mercoledì 23 settembre ha riportato una comunicazione ai clienti che recita tra l’altro così:

«Per i nostri Clienti, comunque, è importante sapere che tutti i nostri veicoli circolanti sono tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada. La questione in essere coinvolge eventualmente solo le emissioni inquinanti e ribadiamo il nostro impegno a risolverla quanto prima. Naturalmente Volkswagen intende farsi carico dei costi per l’organizzazione e l’adozione delle misure tecniche necessarie, una volta che esse siano state chiaramente individuate. Questo processo richiederà però, purtroppo, del tempo, tempo necessario per eseguire un’analisi accurata e precisa delle circostanze e per introdurre le adeguate misure tecniche correttive».

La società sta nel frattempo cercando di tranquillizzare i mercati e rassicurare sul fatto che il marchio tedesco sta intervenendo: