Desio: l’ex senatrice Ricchiuti condannata per concorso in abuso d’ufficio per il “caso mansarda”

Concorso in abuso d’ufficio: è il motivo della condanna a 16 mesi (pena sospesa) per l’ex senatrice ed ex vicesindaco di Desio Lucrezia Ricchiuti.
Lucrezia Ricchiuti
Lucrezia Ricchiuti Fabrizio Radaelli

Condannata l’ex vicesindaco ed ex senatrice Lucrezia Ricchiuti per il caso della mansarda della sua abitazione. Nel processo con rito abbreviato il Gup del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci ha condannato la politica desiana a un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, per concorso in abuso d’ufficio. Condannato a un anno e 10 mesi Luigi Fregoni, ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale, ora ai lavori pubblici del comune di Cinisello Balsamo e per questo sospeso.

La sentenza è di qualche mese fa, ma è diventata pubblica dopo la sospensione di Fregoni dal suo incarico. Il caso risale al 2016 ed era scoppiato due giorni prima delle elezioni comunali, nel pieno della campagna elettorale. Riguarda la mansarda della ex senatrice, per cui è stata chiesta e concessa una sanatoria per due tavolati. La sanatoria è stata concessa dalla commissione edilizia comunale (con parere negativo del tecnico) e firmata da Fregoni. Troppo velocemente, secondo gli esponenti del centrodestra. A distanza di tre anni, dopo una denuncia, è arrivata la sentenza di primo grado. Non commenta, per il momento, la diretta interessata, Lucrezia Ricchiuti.

LEGGI le accuse della Lega nel 2016

Si alza, invece, la voce dell’opposizione, in particolare della Lega: «Ci hanno denunciato, denigrato e accusato di essere dei bugiardi che si erano inventati tutto. – dicono i consiglieri Andrea Villa e Massimo Zanello – Ora il sindaco e la sua maggioranza devono assumersi le proprie responsabilità politiche». Replica il sindaco Roberto Corti: «La Lega vuole montare un caso politico, come ha già fatto in passato. Stiamo parlando di un atto amministrativo, su cui la Giunta non interviene. Respingo dunque ogni discorso sulla responsabilità politica. Sottolineo, inoltre, che siamo alla sentenza di primo grado e che ci sono tre gradi di giudizio».