Desio, la cava della ’ndrangheta in via Molinara: scoperta nel 2008, ecco com’è oggi – VIDEO

Per arrivare alla cava di via Molinara di Desio bisogna percorrere uno stretto sentiero tra rovi e arbusti. Ecco com’è oggi il liogo dove, nel 2008, è stata scoperta la cava piena di rifiuti illeciti, gestita dalla ’ndrangheta.
Desio, la cava della discarica abusiva di via Molinara
Desio, la cava della discarica abusiva di via Molinara Attilio Pozzi

Per arrivare alla cava di via Molinara di Desio bisogna percorrere uno stretto sentiero tra rovi e arbusti. Dove, nel 2008, è stata scoperta la cava piena di rifiuti illeciti, gestita dalla ’ndrangheta, oggi c’è praticamente una selva. La via sterrata che porta all’area, a poca distanza dalla Valassina, è chiusa da una catena. Si può accedere solo a piedi.

Nel 2008, come scoperto dalla polizia provinciale, ci passavano camion stracarichi di materiale, anche inquinante, da interrare illecitamente nella cava. L’interramento avveniva soprattutto di notte. Nessuno, per mesi, aveva notato lo strano via vai. La stradina sterrata era percorribile con i mezzi e portava ad una vasta area, dove le ruspe hanno scavato in profondità, fino a 10 metri, e hanno sotterrato rifiuti tossici e nociviprovenienti mezzo nord Italia, rifiuti tossici e nocivi.

Oggi la strada diventa sempre più stretta. Si riduce a un sentiero da percorrere a piedi, facendo lo slalom tra perenni pozzanghere, fango, arbusti e rovi. Della vasta e piatta area dove un tempo erano stati seppelliti rifiuti, non c’è più nulla. Al suo posto, ci sono montagnette che sorgono qua e là. Montagne di terra o di altro? A tratti, la terra scompare, lascia il posto ad un materiale più duro e compatto. Cemento, probabilmente. E sotto chissà cosa si nasconde.

A tratti, spuntano pneumatici e rifiuti, a testimoniare quello che potrebbe esserci sotterrato. Le parziali indagini geologiche effettuate anni fa hanno consentito di definire un’area di circa 30 mila metri quadrati, dove sono stati fatti scavi e sbancamenti. Sono stati asportati 100 mila metri cubi di ghiaia. Al suo posto, sono stati portate almeno 180 mila tonnellate di rifiuti.

«Il quadro che esce dalle investigazioni – scriveva nel 2013 la commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti – è quello di una vera e propria Gomorra in Brianza».

I parlamentari invitavano ad intervenire con urgenza perchè i rifiuti ancora interrati potrebbero provocare gravi danni ambientali . Il terreno, sequestrato, era di Massimiliano Cannarozzo, che si è dichiarato nullatenente, non disposto a pagare la costosa bonifica.
I responsabili del disastro ambientale sono stati arrestati nell’operazione “Star Wars” della Polizia Provinciale, nel settembre 2008. In carcere sono finite 8 persone, tra cui Fortunato Stillitano, con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i 160 mila metri cubi di rifiuti interrati, secondo i periti, ci sono anche rifiuti pericolosi, come residui plastici contenenti idrocarburi, cromo e piombo. Qualcosa oggi spunta dal terreno, tra la vegetazione selvaggia.

L’indagine della polizia locale che si è conclusa nel settembre 2008 ha fatto luce far luce su un traffico illecito di rifiuti nella cava di via Molinara, ma anche reati legati allo spaccio di stupefacenti, detenzione illegale di armi, intimidazioni e minacce, furti e ricettazione L’indagine era da una semplice segnalazione di una guardia ecologica volontaria.

La bonifica, secondo i periti, costerebbe sui 5 milioni di euro. Soldi che i responsabili dello scempio e l’allora proprietario del terreno dicono di non avere. Il costo della bonifica toccherebbe quindi al Comune, che ha chiesto un finanziamento alla Regione. Per fare in modo che la richiesta sia inserita nell’elenco delle bonifiche del Pirellone, occorre fare i carotaggi, ossia analisi più approfondite del terreno. Il costo si aggira sui 150 mila euro.

Nel 2014 il consiglio regionale aveva impegnato la Giunta della Regione a finanziare l’intervento. Ma ad oggi non c’è nessuno stanziamento. Intanto il tempo passa e secondo gli esperti bisogna fare presto perchè gli inquinanti potrebbero finire nella falda acquifera. Su via Molinara sono state fatte interpellanze parlamentare, ci sono stati sopralluoghi di commissioni, relazioni, perizie. Interventi che però non hanno portato a nulla di concreto.