Desio, famiglia di nomadi sulla “torre scheletro”

Doveva essere il grattacielo di Desio, una torre, ma è rimasto solo lo scheletro di un’opera incompiuta, alla quale, a quanto are, si può accedere facilmente . Così come ha fatto una famiglia rom che si era sistemata al decimo piano prima di venire allontanata dai carabinieri
La torre di Desio
La torre di Desio

Il grattacielo di Desio, la torre la cui costruzione si è fermata a metà lasciando solo lo scheletro di un edificio, diventa il rifugio di una famiglia di nomadi. È successo la settimana scorsa quando una famiglia rom (padre, madre e due bambini) ha pensato bene di trovare una sistemazione nella torre, sfruttando la sostanziale assenza di recinzione ha raggiunto il decimo piano e si è sistemata in quello che resta dello stabile.

Si sono trovati così a loro agio che hanno anche steso i panni. Solo che così facendo si sono resi visibili all’esterno. E infatti sul posto sono arrivati i carabinieri che, senza che venisse opposta alcuna resistenza, hanno invitato la famiglia ad andarsene. Che il grattacielo fosse un po’ terra di nessuno non è una novità.

L’episodio di questi giorni ne è una conferma e pone nuovamente l’interrogativo sul destino dell’edificio incompiuto. Ma bisogna attendere che venga messo in vendita dal Tribunale fallimentare, quello che ha sancito, appunto, il fallimento della società degli Addamiano proprietaria di quello che doveva diventare una specie di simbolo di Desio e che, invece, per ora rappresenta solo un problema.