Denaro per falsi permessi di soggiorno: nei guai un finanziere e un messo di Monza

Ci sono anche un finanziere in servizio al Comando di Monza e un messo comunale del municipio monzese tra gli otto soggetti indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata a far ottenere illegalmente permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari in cambio di denaro.
Uno degli arrestati
Uno degli arrestati

Ci sono anche un finanziere in servizio al Comando di Monza e un messo comunale del municipio monzese tra gli otto soggetti indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata a far ottenere illegalmente permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari in cambio di denaro. E’ quanto hanno scoperto le fiamme gialle insieme alla polizia di stato di Milano che martedì 15 gennaio hanno dato esecuzione alle otto misure cautelari (quattro in carcere, tre ai domiciliari e un obbligo di dimora) su ordine della Gip di Monza.

Gli otto devono rispondere dei reati di falso, corruzione e abuso di ufficio. Tutto è partito nel 2016 durante un controllo dei finanzieri monzesi presso un esercizio commerciale gestito da un cittadino straniero che nell’occasione aveva inveito contro i militari. Nell’approfondire quanto accaduto, su delega della Procura, gli uomini della Finanza di Seregno hanno scoperto la presunta rete di rapporti illeciti per l’ottenimento o rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini stranieri.

A capeggiare la presunta associazione a delinquere sarebbe stato un cittadino egiziano , con lui tre connazionali, un commercialista di Legnano con studio a Milano e tre pubblici ufficiali (oltre al finanziere e al messo comunale sarebbe coinvolto anche un poliziotto in servizio a Milano). I funzionari con il commercialista avrebbero contribuito tra l’altro a creare della documentazione falsa (certificati medici e di residenza fasulli, buste paga fittizie per contratti di lavoro inesistenti e dichiarazioni fiscali per redditi mai percepiti ) indispensabile per le pratiche relative ai permessi di soggiorno e a ricongiungimenti familiari.

Trentanove complessivamente gli indagati e una ventina i casi accertati portati a termine in cambio di denaro, da qualche centinaio ei euro fino a cinquemila in contanti o con carte prepagate. Non solo, il finanziere al lavoro a Monza avrebbe anche segnalato ad alcuni commercianti (in cambio di denaro e regalie) di imminenti controlli fiscali da parte dei colleghi.