Delpini a Brugherio per l’Epifania: guai a chi è occupato solo «ad aumentare l’oro»

L’arcivescovo di Milano Mario Delpini a Brugherio la vigilia dell’Epifania nella chiesa di San Bartolomeo, che custodisce le reliquie dei Magi. Ha puntato il dito contro chi è occupato «a generare ricchezza e ad aumentare l’oro» senza condividerlo con i bisognosi. Guarda la Gallery con le foto
L’arcivescovo Mario Delpini con don Vittorino Zoia
L’arcivescovo Mario Delpini con don Vittorino Zoia Fabrizio Radaelli

È racchiuso nelle parole «Siamo venuti ad adorare il Bambino» pronunciate dai Re Magi lo scopo della nostra vita: lo ha affermato l’arcivescovo di Milano Mario Delpini che venerdì ha presieduto la messa vigiliare dell’Epifania a Brugherio. Nella chiesa di San Bartolomeo, che custodisce le reliquie dei sapienti che si sono lasciati guidare dalla stella, ha spiegato il significato di quel cammino: «Il viaggio – ha detto durante l’omelia – non è un girovagare per occupare il tempo. È un desiderio orientato a un compimento, è la ricerca di un fine» che per i tre Re era l’adorazione del Signore. I sapienti venuti dall’Oriente, ha aggiunto, «non cercano da intellettuali una verifica a una ipotesi. Sono lì per adorare Gesù: non per fare un’esperienza, per provare un’emozione o per fare affare, per vendere o comprare. Non sono lì nemmeno per contestare il potere costituito rappresentato da Erode il Grande o per suscitare sconcerto a Gerusalemme». Non si mettono in viaggio «Spinti dalla necessità, in fuga da un paese tribolato o povero, ma per adorare il Bambino». Eppure proprio quel desiderio «provoca turbamento e spaventa» e c’è chi li vuole cacciare come seminatori d’inquietudine con lo stesso atteggiamento di chi, oggi, preferisce rimanere tranquillo, non essere disturbato, non essere sollecitato in quanto ha i propri idoli.

Oggi, come ieri, i Magi «che riconoscono la regalità in un Bambino nato da poveracci in un villaggio insignificante della Giudea» ci forniscono il loro insegnamento di fronte alla sicurezza garantita dal potere, alla tentazione di abusare della scienza e alla frenesia nell’accumulare ricchezze. I sapienti che con saggezza e umiltà hanno saputo leggere «i segni di Dio nelle stelle» sono agli antipodi di chi oggi cerca nella scienza la «capacità di manipolare il cielo e la terra per trarne possibili profitti» e di chi guarda «con scetticismo e sufficienza» il mistero. L’arcivescovo, che ha puntato il dito contro chi è occupato a «generare ricchezza e ad aumentare l’oro» senza condividerlo con i bisognosi, ha ricordato che lo scopo della scienza, della sapienza, della cultura dovrebbe essere quello di inchinarci davanti al Figlio di Dio. Come i doni dei Magi, ha riflettuto, «tutte le ricchezze della terra devono diventare dono per dare gloria al Bambino». I Tre Re, quindi, dovrebbero aiutarci a capire che l’attivismo e l’intraprendenza devono trovare compimento «nella pace che si sperimenta fermandosi ad adorare».

«Voi – ha concluso rivolgendosi ai brugheresi – avete la responsabilità di far sì che le reliquie dei cercatori di Dio siano una presenza, un messaggio e una sveglia per tutto il territorio».

A Brugherio le celebrazioni dell’Epifania sono proseguite sabato seppur con un programma ridimensionato a causa della pioggia: il corteo è stato annullato e i Magi si sono ritrovati direttamente in chiesa per l’omaggio alla Sacra Famiglia. Al termine della preghiera i fedeli hanno baciato le reliquie e i bambini hanno formato una stella cometa in piazza Roma.