Da Seregno alla conquista dell’oro nella boxe all’Olimpiade di Londra 1948: 70 anni fa l’impresa di Ernesto Formenti

Il 13 agosto sono passati 70 anni esatti dall’impresa all’Olimpiade di Londra 1948: la conquista della medaglia d’oro per l’Italia nella nobile arte della boxe, categoria piuma, da parte del seregnese Ernesto Formenti. Nonostante la frattura alla mano sinistra durante il primo incontro, Formenti inanellò una serie di vittorie fino alla finale contro il sudafricano Shepherd, pure lui sconfitto.
Ernesto Formenti
Ernesto Formenti

“L’ottava medaglia d’oro per l’Italia conquistata dal pugilatore E. Formenti (piuma)”. È il titolo di apertura in prima pagina con cui, sabato 14 agosto 1948, “La Gazzetta dello Sport” annunciò l’exploit nell’Olimpiade di Londra di Ernesto Formenti. Tuttosport titolò con “Formenti (piuma): ottavo titolo per l’Italia”. Il 13 agosto sono passati 70 anni esatti dall’impresa londinese: la conquista della medaglia d’oro per l’Italia nella nobile arte della boxe, categoria piuma. Nonostante la frattura alla mano sinistra durante il primo incontro, Formenti inanellò una serie di vittorie fino alla finale contro il sudafricano Shepherd, pure lui sconfitto.


Il pugile è nato nel 1927 a Cassina Savina ma cresciuto a Seregno, dove si è formato una famiglia sposando Maria Nobili, oggi novantenne, madre dei suoi figli Valter ed Anna, prima di spegnersi a causa di un male incurabile nel 1989. Un mito, il suo, all’ombra del quale sono cresciute intere generazioni di sportivi in città, circostanza che fa sembrare ancora più incredibile il fatto che, nell’imminenza del settantesimo anniversario di quell’impresa, Seregno non abbia provveduto a ricordarlo ufficialmente con un’intitolazione. Qualche anno fa il traguardo era sembrato vicino, ma poi la famiglia rifiutò l’intestazione del palasport di via alla Porada in coabitazione con Enrico Somaschini, storico dirigente del movimento hockeystico locale.

Da allora sull’argomento è calato un silenzio tombale, che stride con quanto è invece avvenuto nella vicina Cesano Maderno, dove a fare memoria dell’olimpionico c’è un suo busto in bronzo nel complesso scolastico di Cassina Savina, opera di Antonio De Nova. «Ma non è un problema -commenta il figlio Valter-. Noi parenti non abbiamo mai chiesto nulla, anche se un po’ avremmo tenuto ad un riconoscimento. Papà però era un tipo schivo, che non si è mai vantato delle sue affermazioni, e non avrebbe dato peso più di tanto alla cosa. Come avrebbe sorriso di fronte alla disputa tra chi lo considera cesanese e chi seregnese».

Prodotto del vivaio dell’Accademia Pugilistica Seregnese, Formenti ha combattuto prima come dilettante, ottenendo anche i titoli italiani Piuma nel 1948 e nel 1949 ed il Guanto d’Oro nel 1949, e poi da professionista, laureandosi nuovamente campione italiano tra i Piuma nel 1950. Una volta abbandonata l’attività agonistica, si è dedicato a quella di allenatore. «Si ritirò nel 1954 -continua il figlio-, per cui non ho memorie dal vivo di lui come atleta. Papà ha conservato nel tempo buoni rapporti con molti suoi allievi, tra i quali Gioacchino Satalino, che per lui ancora oggi muoverebbe mari e monti». La lacuna del mancato ricordo è sempre lì in attesa di essere colmata