Crollo viadotto a Genova, i nodi in Brianza: i ponti sulla Milano-Meda sono sicuri? E chi deve intervenire: Regione, Provincia o Pedemontana?

La tragedia di Genova, dove nel crollo del viadotto Morandi hanno perso la vita finora 39 persone, ha riproposto il tema della sicurezza dei ponti sulla Milano-Meda. Il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Roberto Invernizzi, ci ha tenuto a rassicurare circa la stabilità dei cavalcavia della SS.35. Ma il M5S non ci sta e attacca.
Il viadotto Morandi crollato a Genova
Il viadotto Morandi crollato a Genova

La tragedia di Genova, dove nel crollo del viadotto Morandi hanno perso la vita finora 39 persone, ha riproposto il tema della sicurezza dei ponti sulla Milano-Meda. Il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Roberto Invernizzi, ci ha tenuto a rassicurare circa la stabilità dei cavalcavia della SS.35 al centro di polemiche, precisando che «I ponti restano aperti, non c’è nessun allarme. Dalle verifiche costanti che abbiamo fatto, non emergono criticità tali da farli chiudere. Sono opere vecchie, ma che vengono monitorate e verificate costantemente sulla base di indagini scientifiche, che stabiliscono quali pesi e volumi di traffico possono sopportare».

I ponti sulla Milano-Meda

A scatenare le polemiche era stato un articolo del Corriere della sera di inizio settimana in cui si segnalava la pericolosità e la sicurezza sullo stato di alcuni manufatti- La Provincia di Monza aveva subito emesso un comunicato stampa in cui spiegava che «le fonti citate nell’articolo di giornale non sono aggiornate alle recenti campagne ispettive svolte a partire dall’estate 2017 e tutt’ora in corso, in particolare per i quattro ponti citati. Non sussiste pertanto alcun pericolo attuale per tutti gli utenti fruitori della tratta di competenza della Provincia di Monza e della Brianza». Quattro, come detti, i ponti citati dal Corriere. Ecco lo stato dell’arte secondo la Provincia monzese:

Ponte di via Maestri del Lavoro (Bovisio Masciago). Ponte utilizzato solo per transito di mezzi agricoli, chiuso cautelativamente da oltre 1 anno e mezzo.

Ponte di Binzago (Cesano Maderno). È stato oggetto di un intervento per fermare il degrado, ad agosto del 2017. Da allora vige una limitazione al transito ai veicoli di massa superiore a 3,5 tonnellate, anche se il rapporto fornito dal soggetto verificatore, che ha eseguito indagini e prove di carico, avrebbe consentito il transito di veicoli di massa superiore.

Ponte sulla Mi-Meda all’altezza di via San Benedetto (Cesano Maderno). La certificazione della società 4EMME Service S.p.A., che aveva rilasciato una dichiarazione di idoneità ai transiti previsti per i ponti di 1^ categoria circ. 14/02/1962, n. 384, è valida fino a gennaio 2019, quindi tuttora vigente. L’ispezione visiva primaria, eseguita a novembre 2016 e valida fino al 30 luglio 2018, nell’ambito delle attività ordinarie richiedeva la ripetizione dell’ispezione visiva, avvenuta proprio in questi giorni.

Ponte svincolo di Meda. Anche in questo caso la dichiarazione del tecnico indicato nell’articolo del Corriere della sera non cita la dichiarazione di transitabilit prevista per i ponti di 1^ categoria circ. 14/02/1962, n. 384 effettuata da 4EMME Service S.p.A., tuttora valida ed in scadenza nel mese di gennaio 2019. Esattamente come nel caso citato nel punto precedente, l’ispezione visiva primaria effettuata nel novembre 2016, è stata ripetuta e pertanto rinnovata in questi giorni.


«Si anticipa che gli esiti delle ispezioni visive successive, effettuate da poco sui quattro ponti in questione e telefonicamente riferiti dalla società incaricata (Akron), hanno rilevato una situazione degli indici di difettosità invariata rispetto alle indagini precedenti» spiega la Provincia monzese. «Una maggiore attenzione è stata posta al ponte della Milano-Meda che attraversa la via San Benedetto a Cesano Maderno, dove sono stati posizionati alcuni estensimetri che misurano i dati in tempo reale, trasmettendoli ad una centralina: i primi dati non rilevano situazioni critiche» conclude il comunicato.

Ma chi deve manutenere?

«La gestione e la manutenzione dell’intera arteria stradale, in seguito alla sigla di un protocollo sottoscritto nel mese di maggio 2017 tra Regione Lombardia e Provincia MB, avrebbe dovuto sancire il passaggio di consegne fra i due enti (con la presa in carico della SP35 da parte della Regione), ma di fatto nulla è accaduto e la Provincia di Monza e della Brianza ha dovuto comunque far fronte alle criticità, anche in assenza di puntuale documentazione del precedente ente gestore – spiega l’ente provinciale -. La situazione, come è noto, è risultata altresì critica sotto il profilo delle risorse economiche e di personale, con la previsione comunque che il 90% del tratto di competenza diventerà di Autostrada Pedemontana».

Gli interventi della Provincia di Monza e della Brianza

«Per fare fronte alle esigenze di una strada priva di manutenzione da anni, la Provincia MB, che l’ha ricevuta in gestione il 19 marzo 2016, ha messo in campo un progetto di manutenzione straordinaria per un valore totale di 1,8 milioni di euro, tra cui anche un primo ciclo di ispezioni in grado di restituire per la prima volta dalla realizzazione della superstrada una fotografia sullo stato di difettosità e un quadro chiaro e concreto sulla situazione dei ponti, dando successivamente l’avvio ad una serie di analisi complete e alcune indagini più approfondite, tra cui anche prove di carico, sulle situazioni più critiche.

Le polemiche politiche

A soffiare sul fuoco delle polemiche è il M5S. Il deputato Davide Tripiedi ha spiegato che ha riferito «al ministro Toninelli la situazione dei ponti brianzoli. Ho appreso in seguito che il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Invernizzi, pur dichiarando di “non dormire tranquillo”, ha deciso di aspettare la conclusione di ulteriori indagini prima di intervenire e, come afferma in un’intervista, di sapere se e quando si farà Pedemontana. Sono rimasto basito leggendo queste affermazioni. I nostri ponti hanno urgente bisogno di manutenzione, lo si vede a occhio nudo, e ancora si cercano scappatoie per rimandare, giustificandosi e demandando i lavori al “morto che cammina” Pedemontana? Non ci siamo, signori. Attaccarsi a Pedemontana, opera già sommersa dai debiti e che si spera non vedrà mai la luce, è una scusa per Invernizzi per non fare nulla. Non cerchiamo scuse: il presidente della Provincia pubblichi al più presto i risultati delle nuove perizie, previsti dopo Ferragosto, e dia immediatamente il via a un piano di interventi di manutenzione di tutti i cavalcavia che lo necessitano. Sono certo che dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti avrà tutto l’appoggio necessario e sono pronto a fare io stesso da garante. Basta che si smetta di temporeggiare sulla sicurezza dei cittadini».