Covid, spazi, studenti: che cosa è indispensabile alle scuole superiori di Monza a settembre

Plesso per plesso, tra aule e laboratori da recuperare o inventare, interventi previsti e altri sognati: un censimento di quanto servirà per tornare in aula a Monza a migliaia di ragazzi nel prossimo anno scolastico. Con la clessidra delle scadenze che corre inesorabile.
Primi giorni di scuola a Monza
Primi giorni di scuola a Monza Fabrizio Radaelli

Chiuse le iscrizioni si apre un nuovo capitolo per le scuole di Monza: gli spazi. Non tutti i plessi superiori hanno aule a sufficienza per ospitare gli alunni, in alcuni casi la scarsità di classi è un problema annoso. Per qualcuno si intravede una luce in fondo al tunnel, è il caso del liceo Porta, che da più di vent’anni, come succursale, condivide un piano con la media Bonatti.

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Buone notizie anche per l’Hensemberger che ha registrato un’impennata nelle iscrizioni per il prossimo anno scolastico e, nonostante abbia già una succursale in via Magenta adesso necessita di ulteriori spazi.
«Ho avuto rassicurazioni dagli uffici competenti della provincia – dice Petronilla Ieracitano, dirigente dell’istituto di via Berchet – Sembra abbiano trovato degli spazi idonei alle mie richieste in zona, spero nel quartiere e mi auguro di poterle vedere presto. Non solo spazi ma anche la manutenzione è importante, le scuole cittadine sono tutte molto vecchie e necessitano spesso interventi».

Vicini di casa, Mosè Bianchi e Frisi condividono le stesse esigenze, in particolare l’istituto di via Minerva che, da settembre non avrà più la succursale. «Abbiamo in programma un intervento per riqualificare lo spazio in cui si trova la mensa – spiega Guido Garlati, dirigente della scuola – Sposteremo i laboratori che si trovano al primo piano nel seminterrato e quegli spazi saranno usati come aule. In questo modo la scuola avrà tutte le aule necessarie per gli studenti che abbiamo. Siamo in attesa che venga avviato il cantiere nello spazio del seminterrato, mentre le aule ai piani alti saranno adeguate in estate, quando non ci saranno studenti».

Il Frisi avrebbe necessità di spazi più ampi, per garantire l’attuale metro di distanziamento tra gli alunni all’interno delle classi. «Hanno concluso recentemente i lavori di riqualificazione dell’ex casa del custode – sottolinea Lucia Castellana, dirigente – aspettiamo che ci venga consegnata. Questi spazi più ampi ci saranno di grande necessità».

La caccia di aule è aperta anche al liceo Zucchi che, già da un mese, aspetta risposte circa la richiesta inoltrata per avere alcune aule. «Dalla provincia mi rassicurano dicendo che una soluzione si troverà, sono fiduciosa ma ho bisogno di una risposta – mette in luce Rosalia Natalizi Baldi, preside – Siamo sempre nell’incertezza, è in corso il cantiere per rifare il tetto della scuola, i primi due lotti sono conclusi ora è iniziato il terzo ma non sanno se verrà rifatto anche il lato verso piazza Trento e Trieste».

Anche al Mapelli sta per partire il cantiere per il rifacimento della copertura della palestra, mentre all’Olivetti sono in attesa per riqualificare due ambienti. «Ci sono due locali nel seminterrato che vorremmo usare come laboratori – conclude Renata Cumino – che ci mancano ma dobbiamo aspettare di avere tutte le autorizzazioni per il cambio di destinazione d’uso». Infine all’Ipsia Ferrari stanno aspettando che vengano messi a cantiere alcuni lavori di manutenzione richiesti.