Covid, polemica del sindacato Nursind con l’Asst Brianza per gli accessi in sicurezza ai pronto soccorso

Botta e risposta tra il sindacato Nursind degli infermieri e l’Asst Brianza sulla gestione dell’emergenza Covid nei pronto soccorso degli ospedali di Vimercate, Desio e Carate Brianza. «C’è un’organizzazione consolidata da due anni», dice l’Asst.
ospedale Vimercate
ospedale Vimercate

Botta e risposta tra il sindacato Nursind degli infermieri e l’Asst Brianza sulla gestione dell’emergenza Covid nei pronto soccorso di Vimercate, Desio e Carate Brianza.

«Per l’ennesima volta ci troviamo impreparati di fronte all’emergenza sanitaria – dichiara Donato Cosi, segretario territoriale NurSind Monza e Brianza, e componente della direzione nazionale NurSind – Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di accessi ai pronto soccorso delle Asst del territorio. I pazienti sintomatici prima di accedere al pronto soccorso devono essere sottoposti al tampone. Ma il problema riguarda anche quei pazienti che, non sintomatici, necessitano comunque il ricovero e prima del trasferimento in reparto devono essere sottoposti al tampone».

Secondo la sigla sindacale al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate manca un filtro di ingresso così che gli utenti sottoposti al tampone, ma in attesa di ricevere l’esito, possono muoversi senza problemi nelle diverse aree.

«È un grave problema, che abbiamo già segnalato alla direzione con una lettera inviata il 23 dicembre – prosegue Cosi -. La mancanza di un filtro all’ingresso dove individuare eventuali pazienti contagiati e indirizzarli al percorso a loro dedicato è molto pericolosa, soprattutto in questa fase acuta della pandemia».


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Non manca poi una considerazione

sulle condizioni di lavoro degli infermieri

. «Siamo ancora al collasso, perché come due anni fa il carico di lavoro viene messo sulle spalle sempre dei soliti – prosegue Cosi – Continuo a ricevere segnalazioni di colleghi che negli ospedali del territorio lavorano in condizioni estreme. Esemplare la denuncia degli infermieri che lavorano al freddo al drive through di Monza e di Desio. I colleghi sono allo stremo, ma questa volta non si può più parlare di emergenza. Si poteva prevenire, si poteva evitare l’ennesimo collasso della sanità pubblica».

La visione dell’Asst Brianza è completamente diversa.

«Innanzitutto per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso è sempre necessario sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare. Di più: all’interno di ciascun Pronto Soccorso dell’Asst sono state identificate aree dedicate all’effettuazione dei tamponi (destinate ai pazienti sintomatici e a quelli asintomatici), con l’obiettivo di ridurre la possibilità di contagio e al fine di indirizzare i pazienti verso i percorsi dedicati – si legge in una nota diffusa dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale. Abbiamo da tempo adottato uno specifico documento denominato “Percorso del paziente in pronto soccorso in corso di pandemia covid 19” che, aggiornato a dicembre 202, descrive l’organizzazione e la modalità di accesso, il flusso dei pazienti all’interno del Pronto Soccorso, e i ruoli e le responsabilità degli operatori sanitari che operano al suo interno, con particolare riferimento ai possibili scenari di risposta alla pressione epidemica di Sars-Cov-2. Per ridurre al minimo le possibilità di contagio, all’interno del Pronto Soccorso sono mantenuti distinti e funzionalmente separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti con e senza sintomi sospetti Covid-19 (percorso standard e percorso grigio/Covid-19) e i percorsi puliti. Tale organizzazione è consolidata da ormai due anni».

E poi: «È importante sottolineare che non vi è una crescita degli accessi complessivi nei tre PS aziendali, sempre costantemente attorno ai 450 al giorno. Vi è però un aumento della quota di accessi Covid o sospetti Covid che è ormai prossima al 10%».

Per quanto riguarda la mole di lavoro a cui sono soggetti gli infermieri l’Asst ha fatto sapere che « il personale sta oggettivamente vivendo un disagio, legato a diversi fattori: tra questi vi sono certamente la stanchezza conseguente ad un periodo di emergenza ormai prolungato e che anzi si sta nuovamente acuendo; la turnistica del periodo feriale, per cui si aggrava il carico di lavoro di chi è in servizio; la difficoltà estrema di reclutare nuove risorse mediche e infermieristiche disponibili a lavorare nell’urgenza e, spiace dirlo, i comportamenti – di una parte non maggioritaria di pazienti – non rispettosi della professionalità del personale sanitario e delle esigenze dei pazienti critici».