Covid e scuola: il caso delle quarantene alle elementari nonostante le vaccinazioni (e le guarigioni)

Didattica a distanza, quarantene e vaccinazioni alla scuola primaria: il caso dei bambini che hanno completato il ciclo vaccinale o sono guariti dal covid ma non acquiscono i diritti degli over 12, finendo in dad per dieci giorni, è stato affrontato dal sindaco di Seregno.
Bambini covid scuola vaccinazioni - foto creata da freepik/it.freepik.com
Bambini covid scuola vaccinazioni – foto creata da freepik/it.freepik.com

Scuola primaria, positività, didattica a distanza e vaccinazioni: è su questi punti che si sta scaldando il confronto, soprattutto nelle famiglie, per chiedere una revisione del protocollo che riguarda gli studenti più giovani.

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Alle scuole elementari secondo le regole ministeriali è prevista la sorveglianza attiva con la presenza di un caso positivo in classe e la quarantena per dieci giorni con due positivi. Ma i bambini si stanno vaccinando ormai da un mese (dal 16 dicembre) e c’è chi ha completato il ciclo con le due dosi: perché questi casi, si domandano le famiglie, così come i guariti dal covid non acquisiscono i diritti che spettano agli over 12 e quindi agli adulti?

La questione comincia ad essere affrontata anche dalle istituzioni.

“Oggi ho chiesto ad Ats un chiarimento riguardo a una situazione che ormai coinvolge diversi bambini delle scuole elementari – ha scritto il sindaco di Seregno, Alberto Rossi, mercoledì sera – In questa fase, nel momento in cui una classe finisce in Dad (almeno due bambini positivi), tutti i bambini devono andare in quarantena sanitaria, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno completato il loro percorso di vaccinazione. Penso sia incomprensibile: questa non distinzione esiste solo per i bambini della scuola elementare, mentre dalle medie valgono le regole attuali analoghe a quelle degli adulti. Questo oltre a rappresentare un problema organizzativo per molte famiglie appare soprattutto come un disincentivo alla vaccinazione, il che è un controsenso rispetto agli obiettivi della campagna”.

Il nodo sta nell’interpretazione della normativa e in una circolare del ministero.

”Mio figlio ha il green pass rafforzato in quanto ha completato il ciclo vaccinale – ha scritto al Cittadino la mamma di uno studente della primaria di Cesano Maderno – Qualora dovessero esserci due positivi nella sua classe mio figlio è costretto a una quarantena che non dovrebbe fare seguendo invece la circolare 0060136 del 30 /12 con cui si sono modificate le regole delle quarantene per i contatti stretti (ad alto rischio) che prevede per chi ha ricevuto la terza dose o ha completato il ciclo vaccinale o ancora è guarito negli ultimi 4 mesi: niente quarantena, solo autosorveglianza con Ffp2 e nessun obbligo di tampone se non compaiono sintomi. Le regole in questione valgono anche per i bambini, naturalmente, che alle vaccinazioni hanno accesso ormai da oltre un mese: il ministero della Salute ha ribadito che è così e anche le Faq del governo pubblicate sul sito di Palazzo Chigi lo confermano. Peccato che una seconda circolare quella firmata dallo stesso ministero della Salute insieme a quello dell’Istruzione l’8 gennaio e inerente le indicazioni operative sulla gestione dei casi positivi a scuola obblighi i bambini vaccinati a una duplice punizione: dad ma soprattutto quarantena. Come possiamo far emergere questa ingiustizia?”.

Il sindaco di Seregno riprende a questo proposito una analisi dell’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè: “Ho verificato personalmente con il Ministero della Salute l’interpretazione dei regolamenti relativi alla quarantena dei bambini vaccinati con due dosi che si ritrovano in classi in DAD – dice Bertolè – In questi casi, cioè bambini alle elementari con ciclo vaccinale completato (2 dosi) in provvedimento DAD in corso, la quarantena sanitaria NON è prevista. Rimangono valide le altre misure di sorveglianza attiva (uso ffp2 e monitoraggio eventuale comparsa di sintomi) già previste per gli adulti”.

“Mi sembra il percorso giusto e di maggior buon senso. Serve però che dal Ministero arrivi quanto prima una nota che certifichi tutto questo, altrimenti questo aspetto non si può sbloccare. So anche che nella nostra Ats c’è condivisione su questa necessità. Mi auguro che il Ministero provveda quanto prima e che anche la nostra Regione possa muoversi per far sì che questa incongruenza venga sanata rapidamente”, conclude Rossi.