Covid e cure, il cocktail Roche funziona: decessi e ricoveri ridotti nei pazienti non ospedalizzati

Roche sta sperimentando un farmaco anti-virale per curare il covid: il cocktail funziona, tanto che ha ridotto del 70% ricoveri o decessi nei pazienti non ospedalizzati. Studio clinico anche con malati ospedalizzati.
La Roche di Monza
La Roche di Monza

Il cocktail funziona, tanto che ha ridotto del 70% ricoveri o decessi nei pazienti non ospedalizzati che hanno il Covid-19. La miscela in questione è quella che Roche sta sviluppando con l’azienda americana Regeneron, e riguarda l’insieme di due anticorpi monoclonali, casirivimab e imdevimab: la ricerca, ormai nella fase III, ha anche dimostrato che grazie a questo composto si è ridotta significativamente la durata dei sintomi di quattro giorni, abbassandola da 14 a 10 giorni di media. Lo comunica la multinazionale svizzera che a Monza, in viale Stucchi, ha il suo headquarter italiano. Lo studio dimostra che il farmaco funziona in diversi dosaggi.

Particolare da non trascurare, ora che il virus si modifica in continuazione, è che la combinazione di casirivimab e imdevimab è l’unico trattamento con anticorpi monoclonali che mantiene la potenza contro le principali varianti emergenti. Quello in cui Roche è protagonista è allo stato dei fatti il più grande studio condotto fino a questo momento che valuta un trattamento contro il Covid 19 in pazienti che sono infetti ma non vengono curati in ospedale.

C’è anche uno studio complementare, sempre relativo ai pazienti non ospedalizzati, con sintomi o senza, a basso rischio, che ha evidenziato riduzioni della carica virale significative e comparabili a dosi comprese tra 300 e 2.400 mg.

«I risultati di oggi mostrano l’importante beneficio medico che casirivimab e imdevimab possono fornire alle persone con Covid-19 riducendo significativamente il rischio di ospedalizzazione e morte- spiega Levi Garraway, Md, Ph.D., chief medical officer e head of Global product di Roche Sviluppo – Le nuove infezioni continuano ad aumentare a livello globale con oltre tre milioni di casi segnalati a partire dalla scorsa settimana, quindi questo cocktail di anticorpi sperimentali può offrire speranza come potenziale nuova terapia per i pazienti ad alto rischio, in particolare alla luce delle recenti prove che dimostrano che casirivimab e imdevimab insieme mantengono attività contro le principali varianti emergenti».

Ora i risultati della ricerca dovranno passare al vaglio delle autorità sanitarie, tappa obbligata prima di estendere questo trattamento il più possibile.

Il cocktail, d’altra parte, ora è oggetto anche di un altro studio clinico, questa volta con malati ospedalizzati. Regeneron condividerà nuovi dati con la Food and drug administration (Fda) statunitense e Roche e Regeneron continueranno a collaborare con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e altre autorità sanitarie in tutto il mondo.