Corruzione e turbativa d’asta: tre arresti della Finanza a Monza, Desio e Seregno

I militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal Gip di Monza nei confronti di un commercialista monzese, una mediatrice immobiliare di Desio e un imprenditore di Seregno, tutti indagati per aver alterato una procedura fallimentare in corso presso il tribunale brianzolo.
Monza Guardia di Finanza
Monza Guardia di Finanza Chiara Pederzoli

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione nella mattinata di martedì 16 gennaio a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal Gip di Monza nei confronti di un commercialista monzese, una mediatrice immobiliare di Desio e un imprenditore di Seregno, tutti indagati per aver alterato una procedura fallimentare in corso presso il tribunale brianzolo nel cui ambito il professionista arrestato aveva il ruolo di curatore fallimentare. I reati contestati sono di corruzione e turbativa d’asta.

Il commercialista monzese, 52 anni, è curatore fallimentare per conto del tribunale in numerose procedure concorsuali,l’agente immobiliare di Desio (42 anni) lavora per una società di intermediazione immobiliare di Monza.

I tre, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Monza (procuratore aggiunto Manuela Massenz e sostituto Emma Gambardella) e condotte dalla Guardia di Finanza di Monza, avrebbero organizzato una “combine” per far aggiudicare all’imprenditore un capannone di 22mila metri quadrati, a Muggiò, al prezzo base d’asta, fissato per 1,5 milioni, rispetto a un valore stimato dell’immobile che sarebbe potuto arrivare a 2,8 milioni, in cambio di una tangente complessiva si 150mila euro da dividere in parti uguali (di qui il nome dell’operazione “Fifty Fifty”). Un piano, che non si è concretizzato, visto che la prima asta, ad ottobre, era andata deserta e la prossima, con un ribasso rispetto a quella iniziale, si sarebbe tenuta la prossima settimana (ora ovviamente è stata sospesa).

Per agevolare l’imprenditore seregnese, il commercialista nel suo ruolo di curatore fallimentare e l’agente immobiliare avrebbero allontanato altri pretendenti che avrebbero voluto partecipare all’asta paventando una serie di problemi legati all’immobile, compreso il fatto che era occupato da un’azienda con 90 dipendenti, e meditando addirittura di far presentare a un soggetto terzo un’offerta fittizia.

(*notizia aggiornata alle 12.30)