Coronavirus: Sovico, da Aly pizze gratis per chi è in difficoltà e per il personale degli ospedali. «Senza l’Italia non ce l’avrei fatta, voglio aiutare chi soffre»

L’iniziativa del pizzaiolo egiziano Aly Tablawy a Sovico, Correzzana e per il personale degli ospedali di Carate, Desio e Monza: «Io sono in Italia dal 1997 soffro nel vedere l’Italia in questa situazione di emergenza per il coronavirus. Grazie all’Italia ho costruito la mia nuova vita»
Sovico virus, pizzaiolo egiziano al lavoro
Sovico virus, pizzaiolo egiziano al lavoro Elisabetta Pioltelli

“Perchè lo faccio? Per la mia coscienza. L’Italia mi ha aiutato tanti anni fa, io mi sento uno di voi. Senza l’Italia non ce l’avrei fatta. Ora voglio aiutare chi soffre”. Una storia di solidarietà, certo, ma soprattutto di integrazione quella che sta dietro la bella iniziativa promossa da Aly Tablawy , 45 anni, pizzaiolo egiziano titolare della pizzeria “Regina” e “Le Corti” , entrambe a Sovico. In collaborazione con il Comune,

Aly ha deciso da molte settimane di donare gratuitamente il suo prodotto alle persone in difficoltà del paese, ma non solo. Si è attivato personalmente per recapitare pizze anche al personale degli ospedali di Carate, Desio e Monza, mentre a Correzzana, dove gestisce la terza pizzeria, aiuta allo stesso modo chi ha bisogno.

Un esempio di generosità molto apprezzato che sta regalando serenità a chi vive un periodo molto buio, sia per difficoltà economiche che per problemi di salute legati all’emergenza Covid- 19. Intanto, spera presto di poter tornare a lavorare nella normalità, anche se ha potuto fare delivery, come racconta un dipendente de “Le Corti”, Leonardo Covella. «Speriamo di poter mettere i tavolini all’esterno, in futuro- dice- le consegne a domicilio ci hanno consentito di lavorare, per fortuna».

La storia di Aly è bella perché è un racconto di vita che è testimonianza di chi, da immigrato, ce l’ha fatta nel nostro Paese verso il quale esprime ora sentimenti di profonda riconoscenza. “Io sono in Italia dal 1997 – ci racconta- soffro nel vedere l’Italia in questa situazione di emergenza per il coronavirus. Grazie all’Italia ho costruito la mia nuova vita. Sono stato aiuto cuoco a Valmadrera, poi ho fatto lo stagionale a Bibbione, nel 2005 sono giunto a Sovico. Son riuscito grazie all’Italia ad aprire le pizzerie e a ricongiungermi con i miei familiari che mi aiutano anche nel lavoro, insieme ad alcuni ragazzi”.

Era arrivato da solo nel nostro Paese. “Ho fatto anche il lavapiatti, poi ho iniziato come aiuto pizzaiolo. Un amico di Napoli ha visto che lavoravo bene, mi ha lasciato il suo posto di lavoro a Valmadrera- ricorda- anni dopo mi sono trasferito a Bibione a lavorare. Sino a quando sono arrivato a Sovico dove sono riuscito ad aprire le pizzerie”. Una crescita lavorativa, ma anche sociale. Che oggi, nel momento in cui l’Italia soffre per il virus, diventa occasione per ricambiare l’aiuto ricevuto.

“Sono sempre in debito con Italia – dice- spero che questo virus finisca, c’è tanta gente che soffre. Oggi faccio anche consegne se serve. Grazie al Comune di Sovico, che ha accettato la mia disponibilità, dono pizze alle persone in difficoltà. Riceviamo l’ordinazione e i volontari passano a ritirarle per le consegne a domicilio. Ci sono molti esempi di generosità in paese: alcuni cittadini mi lasciano 10 euro per pagare le pizze a chi ne ha bisogno. Un macheriese mi ha donato fondi per un numero elevato di pizze da donare ai concittadini bisognosi, lo fa in anonimato. MI ha detto: “di te mi fido”».