Coronavirus, la situazione nelle rsa di Monza e Brianza

Sono nelle case di riposo alcune delle situazioni più difficili dell’emergenza coronavirus. Non solo a Milano, ma anche in Brianza. Qui non risultano risvolti giudiziari.
SEREGNO rsa ronzoni villa
SEREGNO rsa ronzoni villa

Sono nelle case di riposo, i luoghi che ospitano le persone più fragili, alcune delle situazioni più difficili dell’emergenza coronavirus. Non solo a Milano, dove il caso del Pio Albergo Trivulzio ha preso anche vie giudiziarie, ma anche in Brianza. Dalla procura di Monza si apprende che non ci sono fascicoli conoscitivi aperti né sono stati al momento presentati esposti sulle rsa, così come non ci sono controlli della guardia di finanza in corso. Ci sono però i numeri comunicati dalle strutture e dalle istituzioni.

A Villa Paradiso di Brugherio il sindaco Marco Troiano ha informato che a fronte di tamponi positivi sono stati trasferiti 26 ospiti, il dato è di martedì mattina, negli ospedali di Monza e Vimercate e in una struttura di Milano per alleggerire la struttura lasciando a Brugherio “solo una ventina di persone”. Il trasferimento è stato disposto all’inizio del fine settimana.

A Seregno la struttura della Fondazione Don Gnocchi accoglie attualmente 36 ospiti della Rsa positivi al Covid-19: le ulteriori positività sono state confermate dagli esiti di tamponi, “che sono stati progressivamente somministrati secondo i protocolli definiti dalle Autorità” ha informato il sindaco Alberto Rossi alla fine della scorsa settimana. Due decessi, uno riconducibile al coronavirus.
Sedici gli ospiti minori di cui è stata rilevata la positività al Covid-19.
Nel flusso di aggiornamenti c’è anche Residenza Amica di Giussano: è di giovedì scorso la notizia di 13 ospiti positivi cui si aggiunge una persona cui è stata effettuato il tampone in ospedale, dove è stata portata a seguito di una caduta.
«Abbiamo fatto quanto era in nostro possesso per tenere lontano il virus ai nostri ospiti, ma ora abbiamo dovuto arrenderci alla sua virulenza. Abbiamo chiesto ad Ats tamponi da venerdì 27 marzo per anticipare gli eventi, ma non c’è stata disponibilità – ha spiegato il presidente della Rsa Alberto Elli – Solo lunedì 6 aprile siamo riusciti ad ottenere solo 16 tamponi per verificare la negatività di alcuni ospiti. Purtroppo i tamponi sono pochi, Ats non ce li consegna per tutti ma solo per quelli che possono manifestare dei sintomi. Consideriamo che l’ospite risultata positiva in ospedale era senza sintomi. È necessario poter verificare con certezza la positività o negatività di tutti, personale compreso».

Nelle rsa di Monza la situazione «è complicata: si fa fatica». Lo spiegava la scorsa settimana Roberto Mauri, presidente di Arsa MB, l’associazione che riunisce le residenze sanitarie assitenziali del territorio, e direttore generale della cooperativa La Meridiana 2, che gestisce il complesso dalla San Pietro in vialone Battisti. L’associazione ha condiviso subito alcune linee guida.
Alla San Pietro «una ventina di operatori a casa perché risultati positivi a Covid-19 e un’altra ventina in malattia, per diversi motivi – ha spiegato Mauri – In 6 hanno deciso di dormire qui, in struttura, per non correre il rischio di contagiare i familiari e altri 3, risultati positivi, stanno trascorrendo la quarantena in alcuni dei nostri appartamenti protetti».

Sono circa 300 i professionisti al lavoro tra i diversi blocchi del complesso che accoglie 270 ospiti. «Nella rsd dedicata ai malati di sla e alle persone in stato vegetativo ci sono stati 3 casi di coronavirus, ma i pazienti stanno guarendo senza complicazioni – ha proseguito Mauri – Nessun caso all’hospice mentre 4 casi si sono registrati al Paese ritrovato: purtroppo anche un decesso».
Più complicata la situazione nella rsa dove, nelle ultime settimane, sono mancati 10 ospiti, che già si trovavano in condizioni critiche. Da Ats i tamponi per il personale e per i pazienti della San Pietro «sono arrivati in tempi ragionevoli» e non sono mai mancati dispositivi di protezione individuale. «Stiamo facendo il possibile anche per mantenere contatti quanto più frequenti con i familiari, con chiamate, videochiamate e messaggi».

Il centralino «impazzisce» anche alla Sant’Andrea di via Crescitelli, che ospita 150 anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, dove sarebbero 3 i decessi dovuti, nelle ultime settimane, al coronavirus. Una persona al momento si trova sotto osservazione, a casa invece 2 operatori risultati positivi. Tante le iniziative messe in campo nelle ultime settimane per garantire la sicurezza. Sono le difficoltà relative alle comunicazioni ad allarmare figli e familiari.
Gli appelli si sono rincorsi nei giorni scorsi via mail e sui social e hanno riguardato anche le rsa Bellani, di via Lipari, e Cambiaghi di via Arnaldo da Brescia: 188 gli ospiti presenti nelle due strutture, 10 i decessi registrati (a sabato 4 aprile), ma «non tutti riconducibili a Covid – ha spiegato il direttore generale della Fondazione Don Angelo Bellani Gianmario Colombo – e tutti con patologie pregresse. Una trentina, invece, le persone in isolamento. Al lavoro 250 tra operatori e professionisti: qualcuno si è ammalato, così abbiamo assunto una decina di nuovi operatori. Abbiamo sospeso le visite dei parenti già il 23 febbraio e seguito tutte le normative».

Verso la normalizzaziona la situazione alla Nuova Famiglia. Dall’Ats Brianza nei giorni scorsi la conferma che nella comunità di San Biagio che ospita disabili adulti sta rientrando il pericolo coronavirus che ha causato la morte di sei ospiti e il ricovero di altri sei.

Coronavirus, la situazione nelle rsa di Monza e Brianza
CESANO MADERNO – CASA DI RIPOSO SNIA

A Cesano Maderno le due Rsa sul territorio ospitano circa 270 persone. Gli aggiornamenti resi noti dal Comune nella giornata di martedì dicono che nella “Don Meani” in centro sono 34 gli ospiti positivi al COVID: tra questi alcuni sono sintomatici e altri asintomatici; 17 ospiti sono invece risultati negativi al tampone e sono stati completati i tamponi di tutti gli ospiti sintomatici. Si è registrato un altro decesso per COVID (non ancora registrato nei dati di ATS) e ne risultano 9 sui quattordici totali. Qui è mancata anche la cesanese più longeva: Felicita Alice Giussani vedova Colombo di 107 anni: aveva festeggiato i 100 anni già nella residenza, era stata operaia in una tessitura di Mariano Comense.

Tutti gli ospiti positivi al tampone sono isolati in camere singole o doppie (con ospiti positivi). Il personale è dotato di DPI adeguati.

Nella Rsa “Groane” sono 19 le persone risultate positive. Sono 2 i nuclei con sospette positività. In questi nuclei tutto il personale è dotato dei DPI necessari, tutti gli ospiti positivi sono isolati.

La residenza “Don Meani” conta poi dei positivi anche tra gli operatori: 3 sono in isolamento domiciliare, uno è sospetto Covid con polmonite al domicilio in isolamento e uno dall’ospedale è rientrato al proprio domicilio con 2 tamponi negativi, ma comunque in isolamento domiciliare. Alla residenza “Groane” di via Sicilia al Villaggio Snia dalla fine del mese di marzo si sono registrati 12 decessi, nessuno accertato Covid, perché gli ospiti sono stati sottoposti a tampone soltanto dalla metà di questa settimana.

La situazione è monitorata e i parenti vengono informati quasi quotidianamente dello stato di salute dei propri cari, ma la preoccupazione resta altissima.

Il virus è arrivato in questi giorni anche alla rsa Fondazione Luigi Porro di Barlassina. Sono due gli ospiti della residenza deceduti, dopo il ricovero in ospedale e dei quali è stata accertata la positività. Al momento la casa di riposo, che sin da febbraio aveva attivato rigidi protocolli di sicurezza, ha un altro ospite che, ricoverato al San Gerardo per altra patologia, è rientrato in struttura dopo le cure, con tampone eseguito, che poi si è verificato positivo: è asintomatico e da subito in isolamento.

Fino alla scorsa settimana nessun contagiato segnalato nella casa di riposo Padre Giovanni Masciadri di Seveso. E dalla fine del mese di febbraio loro sono letteralmente blindate, con permesso di ingresso solo per le colf ma con mascherina e operano a debita distanza, le consorelle ospiti di “Villa Clerici – Villa Immacolata” a Copreno di Lentate sul Seveso dove vivono 40 suore dell’Immacolata Concezione d’Ivrea.