Coronavirus, la Bicocca testa i nuovi ventilatori polmonari meccanici all’avanguardia

La Bicocca testa i nuovi ventilatori meccanici all’avanguardia. L’idea è realizzare strumenti semplici e replicabili su larga scala con parti reperibili sul mercato.
Milano ventilatore meccanico
Milano ventilatore meccanico

L’idea è venuta a Cristiano Galbiati, professore alla Princeton University, natali in Brianza e oggi a capo del progetto di ricerca “Dark Side” che coinvolge scienziati e ingegneri in tutto il mondo, compreso Arthur Mcdonald, premio Nobel per la Fisica 2015.

Dall’inizio dell’emergenza Galbiati si trova a Milano e da qui ha iniziato a pensare cosa potesse fare per iniziare a costruire ventilatori meccanici semplici, replicabili su larga scala, utilizzando componenti meccanici ed elettronici facilmente reperibili sul mercato.

In pochi giorni al suo appello hanno risposto in tanti: medici, professori, ricercatori dell’università Bicocca, il Cnr, le aziende come la Nuclear Instruments e la Elemaster di Missaglia che ha aperto i suoi laboratori per la costruzione del prototipo.

«Domenica e lunedì- spiega Giuseppe Gorini, direttore del dipartimento di fisica “Giuseppe Occhialini” di Bicocca – sono stati eseguiti i test sul prototipo nei laboratori del dipartimento di medicina diretti da Giuseppe Foti a cui hanno preso parte anche i medici rianimatori del San Gerardo-Università Bicocca. Il prototipo è ancora in uno stadio embrionale, ma nell’embrione c’è vita – come ci hanno detto i colleghi medici – quindi significa che la strada è corretta».

Il progetto “Milano Ventilatore Meccanico” ha già al suo fianco un team di aziende del territorio che si sono consorziate e stanno già mandando avanti la produzione di quelle parti che sono sicuramente necessarie. «Il modello – continua Gorini – è un ventilatore semplice studiato per i malati Covid per aiutarli a respirare senza danneggiare i polmoni e su questo ci sono d’aiuto i colleghi medici di Bicocca che ha una scuola di ventilazione polmonare all’avanguardia. La parte elettronica è invece molto avanzata, ma tutta la tecnologia sarà opensource, messa a disposizione di tutti e replicabile ovunque».