Coronavirus: come funziona il Check point per i codici verdi all’autodromo di Monza

Un check point clinico per i soccorsi in codice verde da lunedì anche all’autodromo di Monza sul modello di quello avviato a Milano. Un sistema per alleggerire i pronto soccorso del territorio. Ecco come funziona.
Monza autodromo checkpoint ambulanze emergenza coronavirus
Monza autodromo checkpoint ambulanze emergenza coronavirus Fabrizio Radaelli

È attivo da lunedì pomeriggio il Check point sanitario all’interno dell’autodromo di Monza. Le ambulanze passano dalla portineria di Vedano presidiata da un addetto della protezione civile di Monza e raggiungono il “Medical center” accanto all’area Paddock. Qui una tenda bianca serve da magazzino per i presidi sanitari, le ambulanze arrivano fino al centro medico al di là di una barriera inavvicinabile. Vi lavorano due infermieri e un medico con scafandro bianco. Salgono sull’ambulanza, eseguono il tampone rapido. Nell’attesa dell’esito eseguono una serie di esami per valutare lo stato del paziente: misurazione della pressione, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, saturazione, saturazione in movimento.

Coronavirus: come funziona il Check point per i codici verdi all’autodromo di Monza
Monza autodromo checkpoint ambulanze emergenza coronavirus

«Qui arrivano solo i mezzi di soccorso che trasportano codici verdi che al triage telefonico riferiscono stati infiammatori e difficoltà di respiro – spiega Diego Saggiante, coordinatore del check point monzese reduce dell’apertura del checkpoint aperto a Milano in via Novara – Dopo la visita e il tampone gli scenari possono essere diversi. Nei casi meno gravi il paziente può essere riaccompagnato al domicilio, se il caso si presenta più critico di un codice verde si procede al ricovero nelle strutture ospedaliere del territorio, se invece è necessario il ricovero, ma il paziente può affrontare il viaggio viene inviato in uno degli ospedali lombardi che in questo momento non stanno affrontando l’emergenza come qui».

Nel primo pomeriggio su dodici pazienti visitati in dieci hanno preso la strada verso Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona.

Da queste province sono arrivati anche sei mezzi di soccorso in aiuto al territorio brianzolo: «Se si rende necessario il trasporto in altra provincia il paziente viene trasferito su uno dei mezzi adeguati per le lunghe percorrenze e nel frattempo sanifichiamo l’ambulanza con cui è arrivato. In questo modo facciamo in modo che Monza e la Brianza non restino sguarnite di mezzi di soccorso».