Coronavirus: all’ospedale San Gerardo 82 pazienti ricoverati, ambulatori al Vecchio pronti per riaprire

I numeri dell’ospedale San Gerardo di Monza migliorano e nei prossimi giorni riaprono gli ambulatori all’ospedale Vecchio. L’ultimo aggiornamento dice che sono 82 i pazienti ricoverati per Covid di cui 8 in terapia intensiva (erano 106 a metà gennaio, 8 in terapia intensiva).
Monza Mario Alparone
Monza Mario Alparone

Riapriranno nei prossimi giorni gli ambulatori all’ospedale Vecchio di Monza. Una decisione che segna una ripresa dell’attività della Asst Monza che, dopo i mesi segnati dalla seconda ondata dell’emergenza coronavirus che così duramente ha colpito il territorio, torna a una certa normalità.

«Al momento i numeri ci confortano – spiega Il direttore generale Mario Alparone – tanto che abbiamo ripreso ad erogare circa l’80% delle nostre prestazioni ambulatoriali e chirurgiche ed in settimana ripristineremo le attività ambulatoriali all’ospedale Vecchio, pronti però ad una nuova conversione in caso di ripresa della pandemia».

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Gli effetti della riapertura delle scuole si vedranno solo fra due settimane e la cabina di regia del San Gerardo è ormai pronta a rimodulare l’ospedale e l’attività dei reparti a seconda della curva pandemica.

Al momento sono 82 i pazienti ricoverati per Covid di cui 8 in terapia intensiva. I nuovi ricoveri negli ultimi sette giorni sono stati 17, tutti provenienti dal pronto soccorso. La curva dei contagi in provincia di Monza e Brianza segna una media di 97 casi al giorno: mercoledì scorso sono stati 113, giovedì 85, venerdì 122, sabato 119, domenica 40, lunedì 89 e martedì 117.Mercoledì, a rovinare la media, 237 contagi in Brianza.

Con questi numeri è ancora attivo l’hotspot realizzato dalla Asst Monza presso l’ospedale vecchio, mentre hanno chiuso gli altri punti sul territorio.

Ha ripreso a pieno ritmo anche l’attività dell’ambulatorio Covid dedicato a coloro che sono guariti dal virus, ma hanno conseguenze importanti.

«Le sequele più diffuse – spiega Paolo Bonfanti, direttore delle malattie infettive – sono quelle di tipo polmonare e neurocognitivo. Inoltre a distanza di tre mesi dalla dimissione il 15-20% dei pazienti non ha ancora ripreso la completa capacità di compiere le comuni attività della vita quotidiana».

Sul fronte vaccini la somministrazione della prima dose si è conclusa domenica 17 gennaio. «Il richiamo – spiega Alparone – verrà completato entro la prima decina di febbraio, qualora la fornitura prosegua in maniera regolare. Siamo infatti in costante contatto con le autorità regionali per verificare tempistiche e modalità dei prossimi invii».