Papa Francesco in un viaggio alla scoperta di luci ed ombre dell’esistenza umana, con una narrazione del quotidiano scritta attraverso immagini di particolare profondità. “Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco” è un progetto costruito con il pontefice da don Marco Pozza, cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova e da monsignor Dario Edoardo Viganò, brianzolo, vice cancelliere della Pontificia accademia delle scienze sociali. Una collaborazione che ha portato a una serie tv evento, per la regia dello stesso monsignor Viganò, realizzata da Officina della Comunicazione per Discovery Italia e che andrà in onda sul Nove in tre prime serate, il 20 e 27 marzo e la domenica di Pasqua, 4 aprile.
Si tratta di un’inedita riflessione del Santo Padre con don Pozza su temi fondanti della dottrina cattolica che riguardano il senso dell’esistenza di ciascuno. «Abbiamo considerato – sottolinea monsignor Viganò, sacerdote ambrosiano, nato a Rio de Janeiro ma originario di Vedano sul Lambro – più livelli narrativi. Il cuore della narrazione è il dialogo tra papa Francesco e don Marco. Per la ripresa della conversazione abbiamo scelto la tecnica, ribaltata e resa celebre dal film di Truffaut – Night for Day (Effetto Notte, 1973). Una tecnica complessa che richiede molta luce e che si realizza grazie a diversi proiettori. Non abbiamo un real time ma un girato poliedrico. Più che una melodia, una sinfonia». La serie è composta da sette episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù, come li ha interpretati e affrescati Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. È proprio il delicato rapporto che intercorre tra i 7 vizi (Ira, Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza) e le 7 virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Fede, Speranza e Carità) il motivo conduttore dell’intimo dialogo tra Bergoglio e don Pozza.
I riflettori sono però puntati soprattutto sulle storie di persone che hanno vissuto la propria esistenza in bilico tra vizi e virtù: scorreranno, tra altre, le vicende dell’ex boss mafioso Domenico Vullo; di Valentino Valente, ragazzo che ha pagato con il carcere minorile il suo temperamento troppo aggressivo; di due mamme diverse accomunate da un grande gesto di carità; di Piero Nava, inconsapevole testimone dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, presto beato. «Nella serie troveremo uomini e donne ripresi nelle loro case, in un contesto familiare, – ha spiegato don Viganò alla presentazione del progetto – con oggetti e creature che parlano di loro». Particolarmente studiata la posizione delle telecamere: «Una fissa e una laterale mobile, ovvero il conscio e l’inconscio, il racconto lucido e l’energia del cuore». Ci saranno poi anche volti noti al grande pubblico, sei personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport: da Carlo Verdone a Mara Venier, da J-Ax a Sinisa Mihajlovic, da Silvia Avallone ad Elisa Di Francisca. «Sono ripresi frontalmente, in un luogo non luogo perché non ci interessa da dove parlano – ha spiegato il regista -, ma che la narrazione sia intima e fatta col “cuore in mano». I piani narrativi risultano tutti uniti dal racconto di don Pozza che parte da Padova e arriva in tutta Italia. Vizi&Virtù diventerà, inoltre, uno speciale per la piattaforma discovery+ destinato al mercato internazionale.
Monsignor Viganò, che è stato anche assessore e prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa sede ed è autore di numerosi studi e pubblicazioni dedicati all’analisi del rapporto tra i media e il mondo cattolico, ha anche pubblicato di recente il testo “Testimoni e influencer” (Edb Edizioni Dehoniane Bologna) nel quale ripercorre la storia del rapporto tra Chiesa e autorità dalle origini al tempo dei social. «La dimensione normativa e regolativa dell’autorità viene oggi messa in discussione dai social media. Le community si organizzano sulla base di interessi e visioni comuni, espellono le dissonanze e seguono gli influencer, a cui conferiscono autorità in un determinato ambito e in un tempo circoscritto. In questo contesto, l’unica autorità che la Chiesa può legittimamente coltivare è quella della testimonianza di coloro che, in forza del battesimo, vivono manifestando il dono della vita di Dio in noi».