Convegno sull’osteoporosi di Cancro Primo Aiuto, il ministro Fontana ospite

C’era anche il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, oltre ai rappresentanti della giunta regionale lombarda, al convegno dedicato all’osteoporosi organizzato a Capriano di Briosco da Cancro Primo Aiuto.
Il ministro Lorenzo Fontana a sinistra e il vicepresidente della Lombardia Fabrizio Sala a destra con al centro l’assessore regionale Silvia Piani
Il ministro Lorenzo Fontana a sinistra e il vicepresidente della Lombardia Fabrizio Sala a destra con al centro l’assessore regionale Silvia Piani

«Una malattia diffusa ed estesa, che coinvolge la famiglia e ha una rilevanza sociale significativa. Per questo è importante parlarne e farla conoscere, in modo che attraverso la prevenzione abbia un’incidenza meno rilevante»: così il ministro per la Famiglia del governo Conte, Lorenzo Fontana, ospite del convengo “Fai la prima mossa e cura le tue ossa” sabato 2 febbraio a Villa Walter Fontana a Capriano di Briosco.

A organizzare l’iniziativa la onlus Cancro Primo Aiuto, che ha voluto informare e sensibilizzare, con particolare attenzione verso i pazienti oncologici, “su una malattia pericolosa e diffusa come l’osteoporosi” dice l’associazione che è riuscita a coinvolgere anche gli assessori regionali Stefano Bolognini (Politiche sociali), Silvia Piani (Politiche per la famiglia) e Fabrizio Sala (vicepresidente Regione Lombardia).

Una epidemia silenziosa, ha detto Oscar Massimiliano Epis, direttore di Reumatologia al Grande ospedale metropolitano Niguarda: 3,5 milioni di donne e un milione di uomini colpiti, «numeri destinati a crescere ulteriormente nei prossimi anni con l’aumentare del numero di soggetti anziani». «L’osteoporosi è una patologia sottostimata e sotto diagnosticata in quanto fino al momento traumatico della frattura non provoca alcun sintomo – ha continuato Valeria Campanella, medico di Reumatologia del Niguarda – pertanto il paziente se non esegue specifici esami, non sa di avere le ossa fragili. Purtroppo la popolazione, a causa di una scarsa sensibilizzazione verso tale patologia e della mancanza di sintomi, non esegue gli esami di screening».