Conte in tv parla di cenone, zone rosse e impianti sciistici, la Lombardia chiede di “non far fallire le montagne”

Giuseppe Conte lunedì sera ospite di Lilli Gruber su La7 ha anticipato gli argomenti del prossimo dpcm: spostamenti tra regioni, ma anche apertura dei negozi, misure ad hoc per il Natale (anche per il cenone) e intenzioni verso gli impianti sciistici che rimarrebbero chiusi. La Lombardia ha preso posizione e chiede “di non far fallire le montagne”.
Coronavirus Giuseppe Conte presidente del consiglio - foto governo.it
Coronavirus Giuseppe Conte presidente del consiglio – foto governo.it

Trend dei contagi monitorato per arrivare a far uscire le regioni in zona rossa, tra cui la Lombardia, alla fine del mese e misure ad hoc per il periodo di Natale. Ne ha parlato il presidente del consiglio Giuseppe Conte lunedì sera ospite di Lilli Gruber nella trasmissione Otto e mezzo su La7. Conte, anticipando gli argomenti del prossimo dpcm, ha affrontato la questione degli spostamenti tra regioni, ma anche dell’apertura dei negozi, degli impianti di sci e anche del cenone.

“Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc – ha detto – Si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile. E con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo”.

Su negozi e giorno di Natale: “Uno stato libero e democratico non può entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavolo. Vogliamo ridurre la socialità ma consentire la tradizione a noi molto cara dei doni. In questo senso è controproducente limitare gli orari dei negozi”.

La scuola: “Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo”.

A proposito della chiusura delle stazioni sciistiche nella giornata di lunedì è intervenuta la Lombardia con un comunicato in cui ha chiesto di “non far fallire le montagne”.

“Pur con la piena consapevolezza delle difficoltà e delle incertezze dettate da questo difficile momento, tutto il sistema turistico sta lavorando alacremente per un avvio in sicurezza della stagione invernale con il coordinamento degli Assessori agli impianti a fune di Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia” hanno scritto in un comuniato congiunto Martina Cambiaghi (assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia), Daniel Alfreider (vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano), Luigi Giovanni Bertschy (vicepresidente della Regione Val d’Aosta), Sergio Bini (assessore al Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia), Federico Caner (assessore al Turismo della Regione Veneto), Roberto Failoni (assessore al Turismo della Provincia Autonoma di Trento) e Fabrizio Ricca (assessore allo Sport della Regione Piemonte).

“Il primo importante passo – continuano – è stato fatto questa mattina, in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome con l’approvazione delle linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali. Il documento individua tutte le misure di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 da predisporre per l’utilizzo in sicurezza degli impianti di risalita all’interno di stazioni, aree e comprensori sciistici nella stagione invernale”.
Alla luce, tuttavia, delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare nel prossimo DPCM, gli assessori delle regioni alpine chiedono al Governo ”di rivedere questa scelta che metterebbe in crisi un intero sistema, che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l’intero Paese”.

“Del resto – proseguono – sono molte le realtà imprenditoriali legate alla stagione bianca, tra cui scuole di sci, noleggi, aziende di trasporto, hotel e ospitalità in genere, che aspettano risposte per programmare la stagione invernale, e tutte che stanno partecipando in maniera corale al grande lavoro di preparazione e messa a punto degli standard di sicurezza per sciatori e addetti. Anche per incoraggiare chi è impegnato in questo sforzo, oltre che per sollecitare il Governo, le Regioni dell’arco alpino intendono dare un segnale concreto all’intero sistema economico condividendo la necessità di darsi una data comune per l’avvio della stagione bianca, tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane”.