Commercio, quanto costa affittare un negozio in centro a Monza (e la riscossa delle vie laterali)

Prezzi stabili da tre anni per i negozi in vendita e in affitto nel salotto buono della città. Ma a Monza si apre anche la nuova frontiera delle vie laterali dove «in molti osano cimentarsi in queste scommesse». Parlano gli esperti.
Monza Via Carlo Alberto
Monza Via Carlo Alberto Fabrizio Radaelli

Negli ultimi 36 mesi, nessuna variazione percentuale: il costo medio al metro quadro per l’acquisto di un negozio a Monza è pari a 2.660 euro. La rilevazione dei prezzi degli immobili, compiuta da Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) Milano Monza e Brianza, non registra alcuna variazione dal 2015 alla chiusura del primo semestre 2018. E se si passa dalla compravendita alla locazione, il discorso poco cambia.
Via Italia nella sua interezza e poi, prendendo come riferimento l’arengario, il primo tratto di via Carlo Alberto – per intenderci fino all’incrocio con via Zucchi – e, allo stesso modo, il primo tratto di via Vittorio Emanuele, fino al ponte dei Leoni: sono queste le aree del centro in cui gli affitti degli immobili commerciali sono, e restano senza troppi scossoni, alti.


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«I canoni di locazione per i negozi – ha spiegato Corrado Catania, di Totem Immobiliare – nelle zone di maggior prestigio del centro storico non danno particolari segni di cedimento. Altrove il discorso cambia e si riesce a negoziare».

Ad esempio in via Italia è possibile stimare un costo tra i 500 e i 1.000 euro l’anno per metro quadro – variabili ovviamente in base a diversi fattori, tra cui l’ampiezza del negozio e il numero di vetrine. Nel primo tratto di via Carlo Alberto si spazia dai 400 ai 700, mentre nel tratto iniziale di via Vittorio Emanuele si parte da 350 euro e si arriva a 700.

«Nei tratti terminali queste ultime due vie dello shopping – ha spiegato Giovanni Larini, dell’agenzia immobiliare La Lombarda – è tutto ridotto. Canoni più bassi anche in via Manzoni e in corso Milano, ad esempio». Conferma prezzi alti nel cuore del centro storico anche Gabriela Ada Rosafio, di Tecnocasa: «A fare la differenza – ha spiegato – sono il passaggio pedonale e la disponibilità di parcheggio. In base alla collocazione rispetto alle vasche principali, anche le traverse stanno acquistando sempre più rilevanza».

Il fenomeno è stato segnalato anche da Catania: «Si tratta di una tendenza dell’ultimo periodo. Si pensi a via Mapelli, via Porta, via De Gradi: i prezzi sono decisamente più bassi e in molti ultimamente osano cimentarsi in queste scommesse», dove uno spazio di cento metri quadri, ad esempio, può essere affittato anche per circa 20mila euro all’anno.

Discorso completamente rovesciato quello che riguarda via Italia, dove le piccole attività hanno ormai smesso di aprire: a osare restano solo i grandi marchi nazionali e internazionali – ma, nonostante questo, il turnover comunque si fa vedere. Un discorso a parte lo merita via Bergamo, l’unica altra strada del centro a movimentare il mercato, nonostante, ultimamente, si noti qualche serranda abbassata di troppo. A riscuotere maggior successo, nell’ultimo periodo, nel cuore della città, sono le attività legate al mondo del food: «Chi è interessato ad affittare , richiede sempre più spesso la canna fumaria», ha concluso Catania.

Monza si conferma attrattiva: parola anche di Giulio Carpinelli, vicepresidente di Fimaa Milano Monza e Brianza (il Collegio Agenti d’Affari in Mediazione).
«La richiesta di locazione resta decisamente superiore alla disponibilità di prodotto e non ci si deve meravigliare se, nonostante la crisi economica trasversale dell’ultimo decennio, molte persone abbiano deciso di intraprendere questa strada» e, quindi, di affittare un immobile commerciale e di avviare un’attività. Per questo in città i negozi continuano a rappresentare una forma di investimento particolarmente remunerativa: «Nel centro storico e all’interno dell’isola pedonale – ha proseguito Carpinelli – si toccano punte di redditività lorda locativa anche superiori all’8% del valore di vendita: per questo è così raro trovare in vendita, appunto, una superficie di questo tipo».
A fronte di uno scenario in rapido mutamento, minacciato dalla concorrenza dei centri commerciali, ben presenti sul territorio, dell’e-commerce sempre più strutturato e invasivo e della grande distribuzione, «le richieste di nuove aperture si concentrano prevalentemente sugli esercizi pubblici e su quelle attività impropriamente definite paracommerciali di artigianato di servizio».

Secondo il vicepresidente della sezione locale di Fimaa la Monza del futuro accoglierà nel suo centro storico un numero di negozi dalla qualità e dalla specializzazione sempre più elevata. «Saranno affiancati – ha proseguito – da marchi commerciali internazionali e da attività di somministrazione di servizi e di beni diretti al consumo immediato dell’utente»: e che questa sia la tendenza che sta prendendo piede si vede già da qualche tempo. «Si prevede una sinergia sempre più dinamica e completa nella sua offerta: ovvero – ha concluso Carpinelli – quello che si chiama un mercato efficiente».