Com’è cambiato l’ospedale San Gerardo di Monza nell’emergenza coronavirus

Come è cambiato l’ospedale San Gerardo di Monza per affrontare l’emergenza coronavirus lo ha raccontato il direttore generale dell’Asst Mario Alparone in una lettera di ringraziamento a tutto il personale.
Coronavirus tenda Kopron per ospedale San Gerardo Monza
Coronavirus tenda Kopron per ospedale San Gerardo Monza

Pazienti più che raddoppiati, reparti rivoluzionati, nuovi spazi allestiti e nuovo personale (48 medici e oltre 80 infermieri). Come è cambiato l’ospedale San Gerardo di Monza per affrontare l’emergenza coronavirus lo ha raccontato il direttore generale dell’Asst Mario Alparone in una lettera di ringraziamento a tutto il personale.

«Non più di due settimane fa avevamo oltre 560 pazienti ricoverati di cui 85 in terapia intensiva. Oggi siamo a 390, che è sempre un numero molto consistente ma che ci ha consentito di cominciare ad affiancare una riflessione strategica accanto a quella emergenziale – scrive – Voglio per questo ringraziare personalmente l’Unità di Crisi, che con me ha condiviso questo percorso aiutando me e la Direzione Strategica ad affrontare quotidianamente, anche due volte al giorno l’emergenza».

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Ai pronto soccorso di Monza e Desio si sono presentati «oltre 1.500 malati dall’inizio della crisi, quasi 350 provenienti da fuori provincia».
E «la consapevolezza della nostra forza e della nostra unità ci ha aiutato a superare momenti drammatici, nei quali gli accessi da fuori provincia oltre a quelli della nostra provincia hanno toccato livelli quasi insostenibili».

Com’è cambiato l’ospedale San Gerardo di Monza nell’emergenza coronavirus
Ospedale San Gerardo : il triage

L’ospedale ha dovuto ragionare, in fretta, sulla necessità di riorganizzarsi per creare ambienti ad hoc per i casi Covid. Quindi nuovi percorsi al Ps, un nuovo pre triage e «trasformato reparti dal giorno alla mattina fino ad avere oltre 500 posti letto solo al San Gerardo per malati Covid positivi incrementando fino a 670 i letti da 600 di inizio emergenza».

«Siamo passati da 35 posti letto di terapia intensiva a quasi 100 posti letto, di cui 90 dedicati a pazienti Covid, realizzando in due settimane dal nulla 40 posti letto nuovi nella palazzina accoglienza, la TIPA. Abbiamo trasformato strutture non utilizzate in terapie intensive dalla sera alla mattina, penso alla ex Tin. Abbiamo creato reparti di sub intensiva nuovi, penso a quella pneumologica», continua Alparone.

«Abbiamo realizzato il trasloco del settore C in piena emergenza nel nuovo settore B, che abbiamo dedicato completamente a pazienti Covid. E meno male perché potevamo gestire i casi più infetti in stanze con adeguati spazi e bagni dedicati».

Risolvendo la ricerca dei dispositivi di protezione «andandoli a recuperare anche in altre regioni di sabato e di domenica ed attivando amicizie personali pur di trovare la maniera di poter affrontare l’emergenza».

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Ospedale San Gerardo : il triage

Il San Gerardo è stato anche destinatario, senza chiedere, di donazioni e raccolte fondi nate spontaneamente dal territorio: «Abbiamo acquisito, anche grazie a donazioni, 1,5 milioni di tecnologie per supportare le terapie intensive, sub intensive e per le attività HUB neuro e cardio, senza contare le donazioni ricevute direttamente in tecnologie ed altri materiali utili a fronteggiare la crisi. In totale oltre 3, 3 milioni di euro ricevuti. Abbiamo goduto dell’affetto del nostro territorio, che ci ha supportato con gesti di vera solidarietà senza se e senza ma».

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Il futuro si sviluppa sui 4 cantieri, coordinati dall’Unità di Crisi, per arrivare pronti alla Fase Due: Gruppo 1 tamponi («Obiettivo definire numero di tamponi per pazienti e dipendenti con definizione della strategia»); Gruppo 2 sicurezza («Obiettivo definire procedure di sicurezza in caso di contagio e percorsi di gestione in sicurezza di tutti gli accessi ospedalieri anche per pazienti Covid»); Gruppo 3 riaperture («Obiettivo definire programmazione e modalità di riapertura reparti e chirurgia»); Gruppo 4 gestione dimissioni («Obiettivo definire percorsi di dimissione pazienti e dipendenti Covid e no Covid»).

«Questi cantieri ci consentiranno di ritornare gradualmente alla normalità», conclude il direttore generale.