Chi è Ramona Sala, l’interprete che racconta la Regione anche a chi non sente

Si chiama Ramona Sala ed è di Muggiò. Chi è l’interprete che ogni giorno, da poco più di un mese, racconta gli aggiornamenti di Regione Lombardia sull’emergenza coronavirus anche a chi non sente.
Ramona Sala, interprete Lis Regione Lombardia
Ramona Sala, interprete Lis Regione Lombardia Fabrizio Radaelli

Quello di Ramona Sala è un volto che tutti hanno imparato a riconoscere. Trentunenne di Muggiò, Ramona è la giovane interprete della lingua dei segni che quasi ogni sera da un mese, alle 18, durante l’aggiornamento di Regione Lombardia, racconta l’andamento del contagio e le novità del giorno sulla lotta al Covid 19.

Chi è Ramona Sala, l’interprete che  racconta la Regione anche a chi non sente
Post Coronavirus Pedemontana

«Nessuno nella mia famiglia è sordo – ha spiegato al Cittadino alla fine di aprile – Ho conosciuto la lingua dei segni alle superiori e mi ha subito appassionato il fatto che fosse così espressiva. Con la lingua dei segni è come se si riuscisse a vedere anche la parte emotiva delle persone».
Dopo questo primo corso di tre anni è iniziata la frequentazione dell’Ente nazionale sordi e successivamente il corso per interpreti a Biella.

«Sono diventata interprete otto anni fa e ora è il mio lavoro» spiega. Oggi gli interpreti Lis hanno maggiore visibilità proprio in seguito all’emergenza sanitaria e alla necessità di comunicare notizie, norme e indicazioni a tutti i cittadini, sordi inclusi.

«Eppure la lingua dei segni non è ancora riconosciuta ufficialmente. Alcune regioni, come la Lombardia, l’hanno riconosciuta ma manca ancora un riconoscimento ufficiale che porterebbe a una standardizzazione della formazione. Spero proprio che una volta passata questa emergenza venga ancora tenuto in considerazione il nostro lavoro. Che io sia in tv ogni sera è una grande vittoria per l’Ens, frutto dell’impegno di una squadra».

Dal 30 marzo la conferenza stampa delle 18 da Palazzo Lombardia si è arricchita della presenza di un interprete Lis. «Collaboravo già con la Regione perché traducevo il tg web. Quando poi è iniziata l’emergenza ho continuato. Era il periodo di massimo contagio, le notizie ogni giorno erano tremende. Noi interpreti impariamo ad essere neutrali, ricordo però un giorno in cui fecero vedere il video di due anziani ricoverati in ospedale che erano riusciti a mettersi in contatto con i loro nipoti tramite tablet. Ho pensato ai miei nonni, che non vedo da tre mesi. È stato difficile trattenere l’emozione».