Cesano Maderno, il caso dei cervi non è chiuso: cesanese rischia una denuncia, feriti in ospedale

Il caso dei cervi a Cesano Maderno non è chiuso: rischia una denuncia il cesanese che non ha chiuso il box, come da ordini della polizia, e ha permesso che l’animale corresse fino alla Monza-Saronno dove ha provocato un incidente. Rimangono in ospedale i due motociclisti feriti.
Cesano Maderno cervo
Cesano Maderno cervo Cristina Marzorati

Il caso dei cervi a Cesano Maderno non è chiuso. Potrebbe addirittura sfociare in una denuncia nei confronti del proprietario sessantatreenne del box dove martedì si era rifugiato il cervo più giovane. Gli agenti della polizia provinciale di Monza gli contestano il non aver collaborato alla cattura dell’animale e in particolare di non aver chiuso il box per bloccarlo all’interno, come richiesto dalle forze dell’ordine, e di aver anche aperto un cancello della proprietà da dove sarebbe fuggito il cervo.


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L’uomo rischia una denuncia per: aver disobbedito a un ordine impartito da un pubblico ufficiale per ragioni di pubblica sicurezza e per interruzione di pubblico servizio.

La vicenda risale a martedì quando, di prima mattina, il comando della polizia locale ha cominciato ad essere tempestato di telefonate: “Ci sono due cervi davanti alla posta”. Braccati, avevano cercato riparo in un terreno privato, un fazzoletto verde compreso tra le vie Cardinal Ferrari e Leonardo da Vinci. E se uno alla fine era stato sedato e recuperato, l’altro era riuscito a fuggire fino alla Monza-Saronno dove è morto nello scontro con uno scooter che ha mandato una coppia all’ospedale in condizioni serie: il motociclista era stato portato in elisoccorso all’ospedale Niguarda, dove si trova ricoverato in neurochirurgia in prognosi riservata, la donna al San Gerardo di Monza con la frattura scomposta tibia e perone.

Il corpo dell’animale è stato trasferito in un istituto di zooprofilassi di Brescia dove è stato sottoposto ad autopsia. Il cervo sedato e recuperato, dopo essere stato medicato all’Oasi di Vanzago è stato liberato invece nei boschi del Varesotto. Le bestie, due maschi, sono risultate senza microchip e quindi selvatiche. L’ipotesi più probabile è che siano arrivate a Cesano seguendo i binari della ferrovia.