Cesano Maderno, allarme a Binzago: «Bisogna fermare le baby gang»

A Binzago la parrocchia chiede aiuto. Il Comune e le forze dell’ordine rispondono all’appello. L’ultimo episodio: «In tre tentano di rubare bibite all’oratorio». Don Romeo: «Non sono giovani residenti qui»
Binzago è preoccupata per le baby gang, i carabinieri rispondono all’appello
Binzago è preoccupata per le baby gang, i carabinieri rispondono all’appello

Sindaco, assessori, comandante dei carabinieri e comandante della polizia locale in visita da don Romeo per tentare di arginare il fenomeno baby gang. Dopo l’ennesimo fatto di cronaca che ha visto protagonista l’oratorio di via Manzoni, nel finesettimana i militari della tenenza di via Nazionale dei Giovi hanno colto sul fatto e denunciato due ragazzi di 16 e 17 anni e un ventottenne per tentato furto di bibite al centro giovanile, la parrocchia ha deciso di mobilitarsi. Martedì scorso don Romeo Cazzaniga e un’educatrice dell’oratorio hanno chiesto aiuto delle istituzioni. Sono mesi che una banda di ragazzini, una quindicina in un’età compresa tra i 13 e i 14 anni, imperversa nella frazione.

Giornali dati alle fiamme sotto il portico davanti all’oratorio, parolacce, insulti, vandalismi vari sino alla catena di furti commessi quest’estate. Il bottino è stato sempre magro, sostanzialmente bibite, ma è profondo il malessere che imperversa a Binzago tra i cittadini esasperati da tanta maleducazione.

«Questi giovani non sono residenti nella nostra parrocchia – precisa don Romeo – Abbiamo bisogno di controlli più costanti per ridimensionare il fenomeno». Il sindaco Maurilio Longhin ha dato piena disponibilità coinvolgendo in particolare il settore servizi sociali. Il luogotenente Sebastiano Ciancimino, comandante della tenenza dei carabinieri, e Luca Tagli, comandante della polizia locale, hanno assicurato una presenza concreta ma nel rispetto dei limiti di legge. Impossibile accompagnare in caserma un minore solo perché grida o gioca al pallone sotto le finestre dei residenti, invece è assolutamente fattibile richiedere anche più volte nella stessa sera di mostrare i documenti e risalire poi ai genitori.

«Partendo dall’identificazione dei familiari pensiamo di avviare un confronto» spiega don Romeo. L’idea è coinvolgere dove possibile i ragazzi nella vita della comunità rendendoli una presenza costruttiva e non distruttiva. Dove non fosse fattibile, per gravi problemi all’interno del nucleo familiare, interverrebbero i servizi sociali. «Martedì non c’era soltanto il sindaco – sottolinea don Romeo – era presente praticamente l’intera giunta. C’è stato un dialogo aperto». La speranza è che si riesca davvero a invertire la rotta. Basta a scorribande in centro, basta urla sino a notte fonda, mura bruciate e pareti imbrattante, è arrivato il momento che Binzago si riprenda la sua giusta tranquillità.