CentoVenti, 23 marzo 1899: il nuovo arciprete e il restauro del duomo di Monza

LEGGI LA PAGINA ORIGINALE - Una rubrica per raccontare le cronache dei primi dodici mesi di vita del Cittadino nel 1899 attraverso le pagine originali. Il 23 marzo si dava il benvenuto al nuovo arciprete. Che avrebbe promosso il restauro del duomo.
marzo 1899
marzo 1899

Nella seconda metà di marzo del 1899 è un fatto locale, monzese, a guadagnarsi la prima pagina al posto delle cronache nazionali e dei commenti. Fatto infrequente, per le scelte editoriali del tempo: ma era la settimana dell’ingresso in duomo del nuovo arciprete di Monza, quindi atto dovuto.

Soprattutto perché la Rivista monzese era l’antecedente diretto del Cittadino e le radici cattoliche erano, con qualche sfumatura, le stesse. E allora eccola, la prima pagina: con tanto di rarissima pubblicazione di una foto, il titolo “Al nuovo arciprete” e il ritratto di monsignor Paolo Rossi (con la G. puntata del secondo nome di battesimo). Il suo sarebbe poi stato uno degli incarichi più lunghi alla guida di San Giovanni Battista: entrato a marzo 1899 a Monza, avrebbe concluso la sua esperienza con la morte, nel 1938, quindi dopo trentanove anni da arciprete (era nato nel 1955). Il 69esimo dalla fondazione in un lungo elenco che inizia con Garoin (diacono custode) tra il 768 e il 769 dopo Cristo. Dopo di lui Pietro dell’Acqua, Giovanni Rigamonti, Ernesto Basadonna e Leopoldo Gariboldi prima dell’attuale, Silvano Provasi.

A conferma che la storia di Monza si assomiglia sempre un po’, gli anni della sua arcipretura sono caratterizzati da un massiccio intervento di restauro della facciata della basilica, esattamente con in questi anni. Anche se allora l’intervento, iniziato nel 1889 e terminato nel 1908, è stato ben più radicale, con il progetto di Luca Beltrami e Gaetano Landriani che “comporta la sostituzione di quasi tutte le lastre del rivestimento, ma usando il marmo verde di Oira” si legge in un testo più recente. Vengono anche sostituite le vetrate cinquecentesche del rosone “con i nuovi antelli realizzati da Pompeo Bertini e si intraprende il rinnovamento della cappella di Teodolinda”. Insomma, storia recente, per tanti versi, ma centoventi anni fa. L’età del Cittadino.

L’ingresso dell’arciprete aveva poco meno dell’evento. La domenica sera, per l’entrata, la Rivista monzese parlava delle luci studiate da Boni Giovanni di Stezzano, incaricato di accendere piazza del duomo. La Rivista rilanciava quel giovedì l’appello perché la domenica “i balconi e le finestre almeno delle vie Italia, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele, di piazza Roma e piazza San Michele (quest’ultima unica anomali rispetto a oggi, ndr), abbiano tutte a brillare di splendida illuminazione”. Sarebbe stato il benvenuto all’arciprete per i successivi quarant’anni.