Cavenago, la pensione in baita del prof: «Non ho la tv ma resto connesso»

Giovanni Pichichero, 65 anni, prima con la Dad e poi, da settembre, con la conclusione della sua attività lavorativa, ha scelto di trasferirsi a 1212 metri di altitudine, in val di Drogo. «È un posto da favola, non tornerei più indietro»
La baita del professore
La baita del professore Marco Testa

Da Cavenago alla solitudine incantata delle Alpi. E’ la scelta di vita di Giovanni Pichichero, 65 anni, insegnante in pensione da settembre, che da ormai quasi un anno si è trasferito nella sua baita isolata, a 1212 metri di altitudine, in val di Drogo. «Ho acquistato la baita circa 20 anni fa e pian piano l’ho sistemata rendendola abitabile – spiega -. Ma prima ci venivo a trascorrere il weekend o le vacanze ma il pallino di trasferirmi lo covavo da tempo».

Cavenago, la pensione in baita del prof: «Non ho la tv ma resto connesso»
Cavenago: Pichichero insegnate in baita

Per Pichichero, insegnante all’Itis di Gorgonzola, l’assist per il trasferimento definitivo è arrivato proprio con l’inizio della pandemia: «Per insegnanti e alunni è entrata in vigore la didattica a distanza e piuttosto che restare chiuso in casa in Brianza ho preferito venire nella mia baita – prosegue -. All’inizio però non avevo connessione e quindi, per far le riunioni, dovevo spostarmi fin dove arrivava il segnale. Se si stava bene mi collegavo da fuori se invece il tempo era poco clemente stavo in macchina. Ora invece ho finalmente la connessione anche in baita».

Ora che è arrivata la pensione comunque non c’è tempo per riposarsi: «Qui c’è sempre qualcosa da fare, la legna per l’inverno, gli interventi di manutenzione sulla baita e curare l’orto in estate. Non ho la televisione, e appena ho tempo mi piace leggere. Grazie alla connessione riesco inoltre a tenermi in contatto con il mondo».

Attorno a lui non ci sono troppi vicini di casa: «In tutto nei dintorni ci sono un’altra decina di baite e la maggior parte dei proprietari vive nella zona e viene solo per i weekend. Ma poi ci sono gli animali selvatici e nelle stagioni del pascolo anche mucche e pecore. E’ un posto da favola e non tornei mai indietro».

Per Pichichero la montagna è una passione di lunga data: «Sono stato cofondatore del Cai di Cavenago e tuttora sono nel direttivo del Cai di Trezzo».