Caso Fipronil: le uova brianzole passano i controlli di Ats e Nas

Sono risultati tutti negativi i controlli straordinari effettuati da Ats Brianza e dai carabinieri del Nas sulle uova di due allevamenti in provincia di Monza e di Lecco in seguito all’allarme per contaminazione dall’insetticida Fipronil.
Uova di allevamento a Busnago
Uova di allevamento a Busnago

Sono risultati tutti negativi i controlli straordinari effettuati da Ats Brianza e dai carabinieri del Nas sulle uova di due allevamenti in provincia di Monza e di Lecco in seguito all’allarme scattato in Europa per la contaminazione dall’insetticida Fipronil. La rassicurazione arriva dall’Azienda sanitaria brianzola in seguito agli esiti dei controlli a campione previsti dal piano di emergenza disposto dal Ministero della salute dopo la diffusione e il sequestro a livello europeo di partite contaminate provenienti da Belgio e Olanda. Ats e carabinieri avevano controllato gli allevamenti e prelevato campioni di uova da far analizzare all’Istituto Zooprofilattico di Brescia. Escluse la presenza di prodotti contaminati e di utilizzo di insetticida potenzialmente tossico nel ciclo di produzione.

Oggetto di accertamenti, oltre a quelli già previsti durante l’anno, anche un’azienda specializzata che tra Busnago e Roncello alleva circa 70mila galline per uova da consumo. «Siamo stati oggetto di tutta una serie di accertamenti sia di Nas che di Ats – ha spiegato al Cittadino il titolare Luciano Brusa – hanno effettuato controlli e verifiche su tutto, dalle uova prodotte al mangime, dall’acqua allo stato degli animali e gli esiti sono stati soddisfacenti. Siamo una delle poche aziende del territorio a svolgere questo tipo di attività – e anche per questo siamo fortemente controllati durante tutto l’anno. L’Ats svolge attività di monitoraggio sul benessere degli animali effettuando prelievi del sangue sulle galline, ogni 21 giorni inoltre mandiamo ad analizzare 5 carcasse. Ad oggi non abbiamo mai avuto problemi».

Cento chili di omelette surgelate, prodotte con uova di provenienza belga e trasformate da un’azienda tedesca, erano stati segnalati il 21 agosto in Lombardia e dall’intervento del personale Ats era emerso che la partita era già stata bloccata precauzionalmente prima della messa in commercio.

«È un sistema di allerta che consente di intervenire in maniera tempestiva per verificare il ritiro dal mercato di prodotti eventualmente coinvolti nella problematica», aveva commentato Fabrizio Galbiati, direttore del Dipartimento veterinario e sicurezza degli alimenti di origine animale. Che il giorno precedente l’arrivo degli esiti, aveva già rassicurato: «Ritengo che nel territorio della Ats della Brianza si possa stare tranquilli, nei controlli effettuati in tutti gli allevamenti ubicati nel territorio della nostra Ats, che producono e commercializzano uova per il consumo umano, non è mai stato riscontrato l’utilizzo di Fipronil».