Caso Bramini: il senatore M5S Corbetta elegge la sua casa domicilio elettorale per non farla sequestrare

Il senatore brianzolo Corbetta elegge domicilio elettorale le case di Bramini, l’imprenditore fallito a causa dello Stato, per evitare il sequestro. Lunedì 16 il sit int per il monzese.
Sergio Bramini, seduto con Pierantonio Sabini di People in debt
Sergio Bramini, seduto con Pierantonio Sabini di People in debt Fabrizio Radaelli

Il neo senatore del Movimento 5 stelle Gianmarco Corbetta ha istituito il suo domicilio elettorale e ufficio nella casa dell’imprenditore Sergio Bramini: così conta di sventare lo sgombero dell’abitazione dell’imprenditore fallito per colpa dello Stato.

La decisione è arrivata a pochi giorni dall’arrivo delle forze dell’ordine, in programma lunedì 16 aprile alle 14. Ma la costituzione italiana sancisce l’inviolabilità del domicilio elettorale di un parlamentare. «Lunedì sarò presente al sit-in organizzato da Bramini alla sua abitazione – ha detto Corbetta – riceverò insieme a lui le autorità che si presenteranno per effettuare lo sgombero e comunicherò loro che, nel rispetto dell’inviolabilità del mio domicilio di parlamentare, lo sgombero non potrà essere eseguito.»

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Sergio Brambini ha 71 anni e la sua casa è andata all’asta perché l’ha ipotecata confidando nel fatto che i pagamenti da enti pubblici che attendeva, anni fa, sarebbero arrivati: contava così di evitare il fallimento della sua azienda e salvare i posti di lavoro dei suoi dipendenti. L’azienda, la Icom srl, non ha incassato 4 milioni di euro che le spettavano per lavori realizzati soprattutto nel Ato, ambiti territoriali ottimali, della Sicilia. “Trattandosi di crediti nei confronti della pubblica amministrazione, in teoria la Icom avrebbe potuto cederli alle banche e recuperare il denaro in sei mesi mesi grazie a un meccanismo istituito dal Governo con due decreti nel 2013 e 2014 – ha ricordato il Movimento 5 stelle -. In realtà lo Stato italiano, in contrasto con l’Unione Europea, non ha riconosciuto gli Ato come pubbliche amministrazioni. Di conseguenza il curatore fallimentare ha stralciato il 90% dei crediti vantati da Icom equiparando gli Ato a soggetti privati i cui debiti non sono garantiti dallo Stato”.

«Il problema – ha aggiunto Gianmarco Corbetta, senatore del Movimento 5 Stelle – è che lo Stato, nel tentativo di contenere l’ammontare «ufficiale» del debito pubblico, non ha nessun interesse ad accollarsi i debiti contratti dalle pubbliche amministrazioni».

La mobilitazione per Bramini si sta moltiplicando in questi giorni, alla vigilia dello sgombero della casa: su change.org una petizione ha difesa dell’imprenditore ha raccolto quasi 9mila firme e ha lanciato il sit in in programma lunedì 16.