Casi positivi e decessi, la situazione nelle rsa della Brianza

Situazione in chiaroscuro nelle rsa di Monza e Brianza. Una delle situazioni più difficili negli ultimi giorni si è registrata a Carate Brianza, alla Rovella. Alla Gavazzi di Desio si cercano infermieri e operatori e ausiliari socio sanitari per sostituire il personale assente.
Carate Brianza: residenza Rovella di Agliate
Carate Brianza: residenza Rovella di Agliate Edoardo Terraneo

Situazione in chiaroscuro nelle rsa di Monza e Brianza. Una delle situazioni più difficili negli ultimi giorni si è registrata a Carate Brianza, alla Rovella, mentre respira la Residenza Casa Amica di Giussano dopo il picco di decessi e positività delle settimane scorse.

LEGGI LE NOTIZIE SULLE RSA DI MONZA E BRIANZA

Carate Brianza. Almeno fino al termine di aprile la Rovella, rsa delle Suore infermiere di San Carlo ad Agliate, era una mosca bianca. Tutte ospiti donne per la maggior parte ultranovantenni, nessuna positività al Coronavirus. Non c’erano neppure campanelli d’allarme: il numero dei decessi tra gennaio e aprile era in linea con quello del medesimo periodo del 2019; nessuna sintomatologia riscontrata riconducibile al Covid.

«Come in altre realtà del sistema socio-sanitario lombardo, la pandemia ha colpito anche la nostra struttura – comunica il responsabile medico della struttura, dottor Tiziano Camnasio -. Nella settimana dall’11 al 17 maggio sono stati eseguiti i tamponi per la ricerca dell’Rna Sars-Cov-2 a tutte le ospiti: il 77% è risultato positivo. I tamponi eseguiti in struttura sono stati 72, cui se ne aggiungono 2 eseguiti in ospedale su ospiti inviate per sintomatologia respiratoria in data 10 e 11 maggio».

Sui 74 tamponi totali, 57 sono risultati positivi e 17 negativi. «Delle ospiti che sono state sottoposte a tampone e risultate positive, in questo momento registriamo 1 decesso in struttura e, tra le 8 ospiti ricoverate in ospedale, 2 decessi».

L’aspetto insidioso, se così lo si vuole definire, è che «la maggior parte delle ospiti è ancora asintomatica o paucisintomatica, ma l’evoluzione clinica di tale virus manifesta i suoi effetti in modo imprevedibile e repentino, con persone asintomatiche e in buone condizioni che poi presentano, anche nel giro di poche ore, situazioni sanitarie critiche. Per questo l’attenzione resta altissima, con l’attivazione di tutte le procedure previste dalla normativa».

Le ospiti sono così state separate in nuclei con accessi e percorsi riservati, gli ambienti sono stati sanificati. Ma non di solo contenimento si parla. Il direttore sanitario è «in attesa di una risposta del direttore della Pneumologia dell’ospedale di Mantova (Giuseppe De Donno, ndr.), che ha iniziato un nuovo studio sui pazienti Covid-19 positivi delle rsa, perché sono convinto che la somministrazione di “plasma iperimmune” dei guariti sia al momento la terapia più efficace e con meno effetti collaterali per le nostre ultranovantenni».
Ats Brianza «si è prontamente attivata nel fornirci ulteriori approvvigionamenti di dispositivi di protezione individuale e nell’indicarci personale sanitario per sopperire alle numerose malattie dei dipendenti. Attualmente 13 gli operatori sanitari a casa su una trentina in totale». A breve «si procederà all’esecuzione del tampone anche al personale asintomatico, su base volontaria» dice il dottor Camnasio, che già il 2 aprile (così ha riportato a il Cittadino in un’intervista del 25 aprile) chiedeva ad Ats la possibilità di effettuare tamponi sul personale asintomatico delle rsa, opzione non percorribile almeno fino al Rapporto ISS Covid-19 del 17 aprile.

Il sindaco di Carate, Luca Veggian, nell’ultimo aggiornamento (mercoledì scorso) sui numeri del contagio ha segnalato che i caratesi positivi al Covid-19 sono 152 di cui – come detto – 57 ospiti della rsa “La Rovella” e 5 alla residenza Il Parco. Il numero dei decessi è di 13, mentre i guariti sono 65. Le persone attualmente positive sono dunque 87.

Giussano. I positivi sono scesi a 40, i negativi risultano essere 14, i decessi sono fermi a 26, 5 gli ospiti positivi ricoverati in strutture ospedaliere, 4 pazienti sono stati dimessi dagli ospedali, superato il Covid. Stanno diventando, man mano, con il passare dei giorni, meno angoscianti i dati relativi alla diffusione del contagio a Residenza Amica, fortemente colpita dal Covid, dove, da un paio di settimane, il virus sembra, però, stia dando una tregua. Anche diversi dipendenti, ora negativi, hanno ripreso servizio: fino a qualche tempo fa circa la metà del personale era a casa in malattia o per Covid o per altre ragioni. Cominciano ad arrivare, insomma, notizie meno drammatiche anche dalla casa di riposo di via Massimo D’Azeglio, che, dal primo ospite risultato infetto il 6 aprile scorso, ha vissuto un vero e proprio progressivo aumento di contagiati fra gli ospiti, cercando di mettere in atto le misure possibili o per contenerne la propagazione o per curare i positivi presenti nella struttura.

E fra i familiari c’è chi, pur avendo il papà risultato positivo al Covid, sempre curato in struttura, ha voluto pubblicamente ringraziare chi lo sta curando, inviando una lettera al presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Residenza Amica, Alberto Elli, e a tutto lo staff.
«Volevo ringraziarvi per tutto il vostro impegno, coraggio e devozione verso tutti gli ospiti della vostra casa – ha scritto una residente a Bregnano – Da quando è iniziata questa terribile pandemia non sento altro che critiche e incolpare qualcuno, come disse Gandhi “non verrai mai criticato da qualcuno che sta facendo più di te, ma verrai criticato solamente da qualcuno che sta facendo meno o addirittura niente”. Penso a tutti i vostri sacrifici, paure, incertezze, siamo tutti nella stessa barca. Anche mio padre è un vostro ospite con Covid positivo, ha manifestato tutti i brutti sintomi di questo terribile virus e grazie a voi tutti lo ha superato, solo la sorte decide chi deve rimanere ancora in questa terra, quindi ringrazio profondamente tutti : i medici, gli infermieri, il personale tutto, i fisioterapisti, gli educatori, gli addetti alle pulizie, volontari».

Seregno. Il trend di frenata della pandemia, che da un po’ si evidenzia nelle strutture socio-assistenziali di Seregno, sembra continuare. Al Centro Ronzoni-Villa, che la Fondazione don Gnocchi gestisce in via Piave, nella residenza per anziani in settimana è stato registrato un solo nuovo decesso, il tredicesimo, mentre i sedici portatori di handicap ospitati dalla comunità per minori, dopo la loro negativizzazione, hanno ripreso il percorso di riabilitazione che era stato sospeso all’inizio del mese di aprile, quando erano stati posti necessariamente in quarantena, con attività educative seguite da personale dedicato.

Al contrario, nel Piccolo Cottolengo don Orione di via Verdi, rimangono quattro i casi di positività al Coronavirus nella residenza per anziani, dove dall’avvio dell’emergenza sanitaria le vittime del virus sono state tre, ed uno nella residenza per disabili. Tutti gli operatori che erano stati coinvolti hanno invece superato il contagio. Complessivamente, in città il numero dei positivi è salito a 251, con 120 guariti e 37 decessi.

Desio. «Da domenica non registriamo decessi e la percentuale dei positivi al coronavirus si sta abbassando». È fiducioso GianBattista Aceti presidente della casa di riposo Gavazzi di Desio interpellato dal Cittadino. La Rsa sta cercando di uscire dall’emergenza. Sono 16 le vittime dall’inizio della diffusione del virus (una in più rispetto alla scorsa settimana).
La percentuale di pazienti Covid tra gli ospiti si sta abbassando rispetto al 63% di qualche giorno fa. Un dato ufficiale non c’è ancora, perché sono in corso altri tamponi di verifica. «Aspettiamo i risultati del terzo ciclo di tamponi – spiega Aceti – Possiamo dire che stanno aumentando i guariti e questo ci dà la possibilità di organizzare i reparti in modo più razionale e sicuro».
Resta il problema del personale. Finora nessuno ha risposto all’appello lanciato dal presidente Aceti e dalla direttrice Mirella Mariani, in cerca di infermieri e operatori e ausiliari socio sanitari per sostituire il personale assente (risulta assente, per vari motivi, ben il 43% del personale).
«Nessuno si è fatto avanti. Rinnoviamo l’appello: siamo in cerca di personale». La Rsa desiana ha fatto richiesta alla Protezione Civile Nazionale per ottenere dei collaboratori attraverso il bando lanciato in tutta Italia. A fronte di una richiesta di 30 operatori, la Protezione Civile tramite Ats ha destinato a Desio un solo collaboratore, per un contratto di 28 giorni. È evidente che non può bastare. «Inoltriamo un’altra richiesta ufficiale di supporto concreto per tutelare la salute e il benessere piso sociale dei nostri ospiti» scrivevano una settimana fa presidente e direttore della Rsa. L’appello è stato finora inascoltato. «Il personale presente sta lavorando con grande professionalità e sacrificio per mantenere un adeguato livello di servizio». Intanto, da settimana prossima potrebbe essere introdotta una novità: l’apertura ai parenti, che però potranno vedere gli ospiti da lontano, rimanendo in giardino. «Su prenotazione, i parenti potranno entrare in giardino e salutare gli ospiti che rimarranno alla finestra o sul terrazzo» spiega il presidente Aceti, sottolineando che questa novità “comporterà un ulteriore impegno da parte del personale”.

Cavenago Brianza. «Nelle ultime ore sono circolate voci di numerosi decessi da Covid-19 avvenuti presso la RSA Le Querce di Cavenago. Tengo a smentire con forza questa falsa notizia, da ultimi contatti con la direzione sanitaria della struttura non ci sono evidenze di alcun caso di infezione da Covid-19 anzi mi è stato confermato che tutti i tamponi eseguiti nelle ultime settimane hanno dato esito al 100% di risultati negativi». Lo ha fatto sapere domenica il sindaco di Cavenago Brianza, Davide Fumagalli.

(* con la collaborazione di Federica Signorini, Federica Vernò, Paolo Colzani, Paola Farina, Chiara Pederzoli)