Carabiniere sparò a un fuggitivo a Macherio, chiesta la condanna

L’appuntato sparò ad altezza uomo a un 49enne di Tregasio. La difesa: «prima di sparare ha cercato di tirare fuori dall’auto il fuggitivo, che non sapeva se fosse un pericoloso terrorista o una persona incapace di intendere e di volere»
La scena dell’accaduto, nel 2017
La scena dell’accaduto, nel 2017

«Tutte le prove empiriche confermano la dinamica: il militare ha sparato ad altezza uomo da distanza ravvicinatissima, senza neanche provare a mirare alle gomme come aveva fatto il suo collega». Il pm Rosario Ferracane chiede la condanna a 4 anni e 8 mesi per l’appuntato dei carabinieri 37enne, nel processo che vede quest’ultimo imputato di tentato omicidio per aver sparato al collo di un uomo, un 49enne di Tregasio con problemi psichici che, in macchina, aveva forzato un posto di blocco in via Roma, a Macherio, l’1 settembre 2017.

Il pm ha detto di provare «amarezza nel dover procedere non contro un criminale incallito ma contro un rappresentante dell’Arma che tutti dobbiamo ringraziare per il lavoro che quotidianamente svolge, ma che ha messo in atto un’azione violenta». All’epoca del fatto l’uomo in auto, in cura al Cps di Besana, avrebbe dovuto sottoporsi a un trattamento sanitario obbligatorio, ma aveva fatto perdere le proprie tracce. I suoi familiari, preoccupati per lui, avevano avvertito i carabinieri. Quella mattina il brianzolo aveva accettato di incontrarsi col fratello, a Macherio, ma alla vista di una pattuglia dei carabinieri era fuggito con l’auto, ignorando il posto di blocco.

A sparare per primo era stato un altro carabiniere, collega dell’ imputato, che aveva tirato alle gomme del suv Dacia Duster condotto dall’uomo in fuga, ma aveva colpito uno dei cerchioni. Poi era intervenuto l’appuntato. Da quanto emerso, il carabiniere avrebbe fatto fuoco mirando ad altezza uomo, con il colpo che era entrato nella parte posteriore del collo dell’automobilista, uscendo dalla parte opposta e andando a conficcarsi nel montante dello specchietto retrovisore lato passeggero. Quel venerdì mattina di settembre era il primo giorno del weekend dedicato al Gran Premio di Formula 1. Manifestazione che si era svolta tra misure di sicurezza più alte del solito, alla luce anche degli attentati di agosto a Barcellona.

I difensori, gli avvocati Carlo Cama e Luca Ricci, hanno sottolineato che «prima di sparare dall’alto verso il basso l’appuntato ha cercato di tirare fuori dall’auto il fuggitivo, che non sapeva se fosse un pericoloso terrorista o una persona incapace di intendere e di volere, in una strada trafficata». Di testimoni diretti della scena, però, non se ne sono trovati. Un video ripreso dalla camera installata su una pattuglia che ha inseguito la Dacia ha ripreso tutte le fasi tranne quella dello sparo, perchè c’era un’altra auto di servizio che ostacolava la visuale. Il ferito era stato portato al San Gerardo. Miracolosamente è sopravvissuto, senza conseguenze per la sua salute