Brugherio, Senza Frontiere: lavoro solidale e coscienza ecologica

La cooperativa sociale Senza frontiere” a Brugherio conta trentadue soci lavoratori e gestisce la piattaforma ecologica. Lavoro solidale e coscienza ecologica con l’obiettivo di aumentare la sensibilità dei singoli.
Brugherio Isola ecologica
Brugherio Isola ecologica Fabrizio Radaelli

Creare occasioni di lavoro coniugando i valori della solidarietà con le esigenze del mercato: è uno degli obiettivi che hanno ispirato la nascita di Senza Frontiere, la cooperativa sociale sorta alla fine del 2003. La realtà, che si è sviluppata rapidamente, è stata fondata da alcune persone provenienti dal mondo del volontariato. Molti di loro erano impegnate nell’Operazione Mato Grosso e avevano effettuato una esperienza nelle missioni dell’associazione in Sudamerica.

Senza Frontiere, che opera in diversi comuni, è una presenza radicata a Brugherio dove gestisce la piattaforma ecologica di via San Francesco e dove svolge incarichi sporadici per conto del Comune. La cooperativa, presieduta da Andrea Beretta, ha 32 soci lavoratori, di cui 10 con problemi psichici o una storia di dipendenza o di disagio sociale alle spalle, e può contare sul contributo di sette soci volontari. Gli utili vengono destinati al sostegno dei progetti di sviluppo in Ecuador, Perù, Bolivia e Brasile: «Attualmente – spiega Carlo Caprotti, componente del Consiglio di amministrazione e responsabile della piattaforma di Brugherio – abbiamo quattro soci in missione».


Lui stesso, nel 2008, ha trascorso un anno in Brasile con la moglie Valentina e Giovanni, il primo dei loro quattro figli, che all’epoca aveva cinque mesi. «Nel corso degli anni – afferma – siamo cresciuti parecchio perché lavoriamo bene: nel 2015 eravamo in 15 e ora siamo in 32. Siamo convinti che anche un lavoro umile, se fatto con passione, può dare grandi soddisfazioni». Proprio per questo la cooperativa investe parecchio nella formazione del personale.

Punti di riferimento per chi accede alla piattaforma ecologica. «Noi spieghiamo come suddividere le frazioni e smistiamo subito gli oggetti da smontare per recuperare i vari materiali perché il nostro obiettivo è quello di ridurre al minimo quanto finisce nell’indifferenziato», spiega.
Il modo di lavorare di “Senza Frontiere”, aggiunge, è quello che fa la differenza rispetto ad altre strutture analoghe dove i cittadini sono costretti a orientarsi in modo autonomo tra le diverse sezioni: «Noi – aggiunge Caprotti – cerchiamo di aumentare la sensibilità ecologica dei singoli» che, oltre a far bene all’ambiente, fa bene al portafoglio in quanto lo smaltimento degli indistinti è più costoso rispetto a quelle separate. I brugheresi, del resto, rispondono bene: «Qui – assicura il responsabile – la qualità della raccolta differenziata è migliore rispetto a quella di altre città. Tante persone arrivano con i materiali già suddivisi».

Nella ricerca di nuove opportunità Senza Frontiere è particolarmente attenta sia a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di persone fragili sia al rispetto dell’ambiente e del territorio. Nel 2013, in collaborazione con il Comune di Milano, Amsa, Regione e altri operatori dell’usato che aderiscono alla Rete Onu, ha organizzato la Giornata del riuso e del baratto che, a due passi dal Duomo, ha riscosso notevole successo. Nel 2014 ha aderito al Consorzio sociale Cs&l e rafforzato la collaborazione con altre realtà brianzole: nel 2017, tra l’altro, ha partecipato ai progetti di inserimento lavorativo e ai corsi professionalizzanti per richiedenti asilo promossi dalla Rete Bonvena e da Codebri attraverso il fondo Hope, alimentato da privati e istituzioni e dalle associazioni che gestiscono l’accoglienza che versano un euro per ogni migrante per finanziare tirocini e iniziative per l’inserimento di giovani stranieri.