Brugherio: ergastolo confermato per Giardiello, resta il mistero della pistola

Il presidente della Corte d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, ha confermato l’ergastolo per Claudio Giardiello, l’imprenditore di Brugherio che il 9 giugno 2015 ha ucciso tre persone nel palazzo di Giustizia di Milano. Resta il mistero di come sia riuscito a far entrare l’arma nel Palazzo.
Claudio Giardiello subito dopo l’arresto
Claudio Giardiello subito dopo l’arresto

Come chiesto dal sostituto procuratore generale di Brescia Gianpaolo Zorzi, il presidente della Corte d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, ha confermato l’ergastolo per Claudio Giardiello, l’imprenditore di Brugherio che il 9 giugno 2015 ha ucciso tre persone (Giorgio Erba, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e il giudice Fernando Ciampi) nel palazzo di Giustizia di Milano. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

Giardiello, durante le due ore di camera di Consiglio ha atteso nella cella di sicurezza dell’aula. Escluse, come in primo grado, le attenuanti generiche. Resta il mistero di come l’imprenditore sia riuscito a far entrare in Tribunale l’arma con la quale ha ucciso visto che i quattro ingressi erano presidiati da guardie di sorveglianza e metal detector.

Una delle guardie in servizio quel giorno, a processo per concorso in omicidio colposo plurimo, a maggio scorso, sempre a Brescia, è stata assolta con la motivazione che il fatto non costituisce reato. Giardiello ha detto a un giudice che l’arma: “era da tre mesi in tribunale”, senza però dire dove l’avesse nascosta. Secondo Aldo Claris Appiani, padre di una delle vittime, intervenuto dopo la sentenza: «L’arma quel giorno non è passata con Giardiello e ho il rammarico che non siano state fatte indagini più approfondite perché ho il sospetto che Giardiello avesse un complice e quindi forse c’è ancora un assassino in libertà».