“Bruciare i tempi”: arrivano i lavori socialmente utili per i baby bulli

Firmato in data 16 febbraio 2015 il protocollo “Bruciare i tempi” tra la procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Milano, il comando provinciale dei carabinieri di Milano e l’azienda consortile “Offertasociale”.
“Bruciare i tempi”: arrivano i lavori socialmente utili per i baby bulli

Si chiama “Bruciare i tempi” ed è il nuovo protocollo sottoscritto dalla procura della Repubblica presso il tribunale dei minori di Milano, il comando provinciale dei carabinieri di Milano e l’azienda consortile “Offertasociale”. Il documento prevede l’attuazione di un progetto finalizzato al recupero e alla rieducazione di minori autori di reati attraverso l’immediata presa in carico da parte del servizio sociale, con tempi molto più veloci rispetto a quelli ordinari, realizzandosi pertanto una rapida definizione processuale, prima della quale viene attivato un percorso fatto di incontri con il minore e la sua famiglia, l’individuazione di modalità alternative di “risarcimento” anche attraverso lo svolgimento di servizi socialmente utili sia presso enti pubblici sia in favore delle stesse parti offese. Potranno partecipare al progetto quei ragazzi ancora minorenni che si sono resi responsabili di reati per i quali non siano necessarie approfondite attività investigative e solamente laddove essi siano residenti nei comuni della Provincia di Monza e Brianza e in una parte di quelli della Provincia di Milano. Partners del Progetto sono infatti gli ambiti di Carate, Desio, Monza, Seregno, Vimercate, Trezzo, Pioltello, con capofila ’Offertasociale’.

Il progetto ha preso vita al termine di un anno di fase sperimentale limitata alla sola area del Vimercatese, dimostrando di essere particolarmente valido ed efficace nel recupero e nella rieducazione di numerosi minori resisi responsabili di reati minori. La tempestività dell’azione e della risposta, infatti, sia nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie sia delle vittime è l’obiettivo principale di questo progetto. In sintesi, dare sostanza a quanto già disposto nella normativa del procedimento penale minorile e dare risposte alle comunità locali, alla cittadinanza. Un caso esemplificativo ha riguardato un vero e proprio “raid” compiuto da un gruppo di giovanissimi in una azienda agricola dell’alta Brianza, con danneggiamento sia di strutture che di macchinari che di alberi da frutto, e che ha avuto come epilogo, dopo la loro identificazione, il ritiro della querela da parte del titolare dell’azienda “in cambio” di un periodo di lavoro presso la stessa struttura dei minorenni avvenuto grazie ad uno specifico percorso di conciliazione cui avevano preso parte sia i ragazzi con le proprie famiglie sia i titolari dell’azienda agricola. Un altro percorso ha riguardato un gruppo di nove ragazzi che si sono attivati con lavori socialmente utili – pulizia dei parchetti e manutenzione del verde – a fronte di un reato tenue. La risposta è stata immediata e l’impegno dei ragazzi visibile a tutta la cittadinanza.