Brianza Restart, i giovani e il lavoro che cambia: «Decifrare i cambiamenti che la pandemia sta portando»

Fotografia del mondo del lavoro tra gli under 30 nella provincia di Monza e Brianza nello studio condotto dal Polo universitario città di Prato, presentato durante un webinair promosso dalla Provincia e Afol MB.
provincia brianza restart Luca Santambrogio
provincia brianza restart Luca Santambrogio Fabrizio Radaelli

È il settore dell’istruzione quello che lo scorso anno ha assorbito il maggior numero di ingressi lavorativi tra i giovani fino a 29 anni. A fotografare il mondo del lavoro tra gli under 30 nella provincia di Monza e Brianza è uno studio condotto dal Polo universitario città di Prato, presentato durante un webinair promosso dalla Provincia e Afol MB, nell’ambito dell’impegno numero 5 assunto dalla Provincia che prevede di «collaborare per la continuità di percorsi formativi e la spendibilità delle competenze nel mondo del lavoro», siglato lo scorso luglio all’interno del programma Brianza ReStart.

Perde quota nell’anno della pandemia l’accesso dei giovani al settore della ristorazione che fino al 2020 era invece l’ambito lavorativo con il maggior numero di ingressi tra i giovani. Seguono poi il settore delle attività di supporto per le funzioni di ufficio e altri servizi di supporto alle imprese.

Ad avere maggior successo con il primo impiego sono i maschi che prevalgono nell’accesso in quasi tutti i settori ad eccezione dell’istruzione dove è sempre predominante la presenza femminile.
«Per i servizi di ristorazione i saldi tra il 2019 e il 2020 sono nettamente negativi con un calo di 492 unità tra i due anni», conferma il report.

Nel 2019 si sono registrati 20.018 avviamenti al lavoro di maschi sul territorio provinciale, contro i 18.664 femminili. Numeri che nel 2020 sono calati a 17.251 avviamenti maschili e 14.633 femminili.

La pandemia ha rallentato se non addirittura sospeso i tirocini. Nonostante questo i settori che negli ultimi due anni hanno registrato il maggior numero di tirocini sono stati il settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso, seguiti poi dai servizi di ristorazione. Nella stragrande maggioranza dei casi il contratto proposto ai neo assunti è a tempo determinato.

«Crediamo che di fronte a questo contesto nuovo anche per noi che abbiamo responsabilità decisionali sia necessario essere aiutati a trovare gli strumenti giusti per decifrare i cambiamenti che la pandemia sta portando al mondo del lavoro, che rischia di escludere sempre più i giovani e la realtà della scuola che deve essere pronta ad un nuovo passo», ha commentato il presidente della Provincia, Luca Santambrogio.