Sergio Bramini sarà consulente del ministro Di Maio: «Metterò mano alla legge sui fallimenti»

Sergio Bramini, 71 anni, è l’imprenditore monzese «fallito per colpa dello Stato» che, nonostante il credito di 4 milioni di euro accumulato dalla sua società, si è visto portare via la villa ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare la società e i suoi 32 dipendenti. È già a Roma, dove sarà «consulente» del ministro Di Maio.
Sergio Bramini e Luigi Di Maio
Sergio Bramini e Luigi Di Maio

«Perché ho chiesto di unire questi due ministeri? Perché il datore di lavoro e il suo dipendente non devono essere nemici, non devono essere due realtà staccate». Sono le parole di Luigi Di Maio, in una diretta Facebook dall’ufficio che è stato di Carlo Calenda, ormai ex ministro dello Sviluppo economico, dopo il giuramento del nuovo governo e il debutto alla Festa della Repubblica. «Io cercherò di stare sia qui che al ministero del Lavoro, che sono uno di fronte all’altro», ha aggiunto il leader pentastellato.

Per quanto riguarda i dossier gestiti, fino all’altro giorno, da Giuliano Poletti, Di Maio ha confermato la ’Quota 100’ per le pensioni. Non ha gridato all’abolizione, bensì al superamento, della Legge Fornero. Da rimodulare, poi, anche un’altra importante misura: «Il Jobs Act va rivisto, c’è troppa precarietà. La gente non ha certezza neanche più per prenotarsi le vacanze, non solo per sposarsi».

Consulente di questo super-ministero sarà Sergio Bramini, imprenditore monzese “fallito per colpa dello Stato”. Bramini, infatti, nonostante un credito di quattro milioni di euro accumulato dalla sua società, si è visto portare via la sua villa, ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare la società e i 32 dipendenti. Nei giorni scorsi lo stesso imprenditore ha ricevuto anche visite tanto da Di Maio quanto da Salvini. La sua azienda, Icom, aveva vinto diversi appalti per la gestione dei rifiuti. Ma i pagamenti non arrivavano. Ritardi dopo ritardi, le banche hanno interrotto le linee di credito. Bramini si è così ritrovato fallito e senza casa.


Bramini, in un’intervista a Repubblica di domenica 3 giugno, ha dichiarato: «Sono contento. Sono al lavoro con una decina di avvocati, abbiamo già preparato una bozza, Di Maio ha detto che la vuole chiamare Legge Bramnini. Intendo revisionare la legge fallimentare. Non si può più fallire per colpa dello Stato e trovarselo come nemico. E poi occorre rimettere mano alla legge 119/2016, togliendo le modifiche all’articolo 560 sulle esecuzioni immobiliari. Ci sono state decine di suicidi di imprenditori nel 2017 e non ne parla nessuno. Qui falliscono 320 imprese al giorno, questa moria deve cessare»-