Bonomi a Patuanelli: «Coerenza per una crescita stabile. Pronti a collaborare»

Incontro tra il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi e il ministero dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: «Se intendiamo gettare le basi di un nuovo e diverso rapporto di confronto e collaborazione con le imprese, noi ci siamo»
Stefano Patuanelli e Carlo Bonomi
Stefano Patuanelli e Carlo Bonomi

“L’isteria e la schizofrenia regolatoria che la politica ci ha consegnato con ripetuti esempi quando si parla di industria è per il sistema produttivo fonte di una forte frustrazione. Ma se oggi con il Ministro Patuanelli intendiamo però gettare le basi di un nuovo e diverso rapporto di confronto e collaborazione con le imprese, noi ci siamo. Non chiediamo di meglio. Come imprese, abbiamo la certezza che la politica debba maturare tutt’altra consapevolezza rispetto a ciò che serve a una prospettiva di crescita vera e stabile. Finora non siamo stati ascoltati e i risultati, purtroppo, si vedono”.

Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, l’associazione che riunisce gli industriali di Milano, Monza e Brianza Lodi e da aprile anche Pavia, ha commentato così l’incontro con Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico.

“Da due anni chiediamo ai governi di prestare grande attenzione a tutti i segnali della frenata interna e internazionale. La produzione industriale nel 2019 è tornata a registrare un segno negativo, il peggior risultato dal 2014 e in progressivo peggioramento tendenziale. Siamo reduci da due anni di complessiva gelata degli investimenti privati, che nella manifattura grazie a Industria4.0. avevano invece preso a crescere a tassi molto rilevanti. Ma le decisioni dei recenti governi, di ibernarla prima e di ripristinarla modificandola solo ora, si sono rivelate pesanti errori”.

Bonomi ha parlato di “pregiudizi ostili contro le imprese” citando i casi Ilva, Plastic Tax e Sugar Tax, e facendo riferimento anche ad Alitalia. Ma non ha disdegnato i temi delle nuove misure accresci-deficit per quanto riguarda la previdenza e la riforma dell’Irpef della quale non si conosce la copertura finanziaria. Una preoccupazione che fa il paio con la necessità di dover recuperare nel periodo 2020-2021 47 miliardi, pena l’aumento delle imposte indirette.

Serve tutt’altro. Siamo delusi da quei governi che ci chiedono collaborazione da gennaio a settembre, ma poi da ottobre all’ultimo giorno di dicembre affannosamente scrivono leggi di bilancio anteponendo tutt’altri obiettivi rispetto alla crescita di imprese e lavoro, come se non ci avessero mai visti né sentiti”.

“Il problema della bassa produttività – ha poi ricordato Bonomi- da 25 anni ci riconduce alla necessità di un grande Piano Nazionale plurisettoriale che abbracci tutti i settori no traded, a cominciare dall’offerta di servizi tanto pubblica quanto privata, per estendersi a tutti i vasti settori che restano regolamentati da tariffe pubbliche e che incontrano sul mercato domestico enormi ostacoli alla concorrenza. La produttività a nostro giudizio deve diventare un benchmark annuale programmatico nei documenti di contabilità nazionale”

Dopo la messa in liquidazione di Air Italy torna ancora più d’attualità il problema del trasporto aereo: “Serve uno Stato che gravi meno i vettori con imposte come l’addizionale di circa 7 euro su ogni passeggero imbarcato, l’imposta regionale sul rumore dei velivoli, e una regolazione delle tariffe aeroportuali che non distingua più tra regimi diversi per hub ed aeroporti nazionali o regionali, che mortificano gli investimenti”.

Patuanelli da parte sua ha parlato della necessità di revisione degli aiuti di Stato: “In Europa quello che facciamo noi non va mai bene, quello che fanno gli altri va bene”.