Biscotti Seregnelli e Amaro Giussano: alla scoperta delle specialità della Brianza

Pensi alla Brianza in cucina e vengono in mente i piatti del territorio. Ma ai grandi classici adesso si affiancano anche nuove specialità che rappresentano luoghi specifici. Come i biscotti Seregnelli e l’amaro Giussano.
Seregno, Maria Grazia Boselli produttrice dei biscotti Seregnelli
Seregno, Maria Grazia Boselli produttrice dei biscotti Seregnelli

Pensi alla Brianza in cucina e vengono in mente i piatti del territorio. Ma ai grandi classici adesso si affiancano anche nuove specialità che rappresentano luoghi specifici. Come i biscotti Seregnelli e l’amaro Giussano. Dopo la torta paesana, il pan tramvai, le perle di Teodolinda e tanto tanto altro.


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I Seregnelli. L’idea è datata 2015. «Stavo parlando con degli amici – spiega Maria Grazia Boselli, seregnese del quartiere Lazzaretto – il tema era quello dei dolci. Parlando di quelli che caratterizzano un territorio, me ne sono uscita con un “ma non c’è niente che rappresenti Seregno”. E da qui è nata l’idea che ha portato alla nascita di questi dolci».

Questi dolci sono i “Seregnelli” e chi li indica con la mano è la donna di 54 anni che li ha sognati, preparati e alla fine commercializzati.
«Ci ho messo due anni per avere l’autorizzazione a utilizzare questo marchio – racconta – Il nome l’ho avuto in testa fin da quando ho incontrato il primo pasticcere con cui ho condiviso il progetto. Poi l’iter burocratico si è concluso a dicembre, purtroppo troppo sotto le feste per sfruttare, commercialmente parlando, il periodo natalizio. Pazienza, con l’anno nuovo sono partita con ancora più slancio per promuovere questo prodotto, figlio della tradizione ma che spero diventi uno dei simboli gastronomici del territorio».

La ricetta di questi biscotti richiama il dolce tipico della Brianza: la torta paesana. Gli ingredienti sono: farina di kamut, farina “00”, burro, olio di girasole alto oleico, cacao magro in polvere, uvetta sultanina, noci-nocciole-mandorle, granella di amaretto, cannella in polvere.

«È un biscotto secco – spiega Boselli, casalinga impegnata nel sociale prima nella onlus “La nuova infanzia” e poi nella casa di riposo Ronzoni – che realizzo grazie alla collaborazione dell’azienda dolciaria “La genuina” di Bovisio. I parenti hanno assaggiato i primi biscotti usciti da forno e mi hanno dato l’ok. Così sono partita, ho aperto una start-up che si chiama “Mabos srls” e mi piacerebbe che si diffondessero per tutta Seregno. E , perché no, anche per i paesi vicini».

I “Seregnelli” si possono acquistare in diversi bar della città (Velò cafè, Pausa caffè, Porada cafè tanto per citarne alcuni, info mabos.seregno(at)gmail.com) in confezioni da un minimo di due a un massimo di otto pezzi e con un prezzo che varia dai 3 ai 10 euro. A campeggiare sulla confezione è un disegno stilizzato della torre del Barbarossa, «il nostro simbolo cittadino che li deve caratterizzare. Ho voluto creare questi biscotti perché sono orgogliosamente seregnese, ci tengo alla mia città e spero che migliori sempre più».

L’Amaro Giussano . “…Una tradizione che risale alle Cronache di Galvano Fiamma attribuisce il nome di Alberto da Giussano al comandante della cosiddetta Compagnia della morte, composta dai più coraggiosi giovani lombardi che a Legnano il 29 maggio 1176, con il suo valore, avrebbe deciso in favore della Lega Lombarda…” la battaglia contro Federico Barbarossa. I giovani lombardi e giussanesi che combatterono l’imperatore del Sacro Romano impero rivivono oggi in quattro ex ragazzi di Giussano che hanno intrapreso una dura lotta contro…il Montenegro.

Così, un anno e mezzo fa, hanno avuto un’idea: perché non fare qualcosa, un amaro per esempio, da dedicare al territorio brianzolo? Da quella intuizione è scaturita, dopo una serie infinita di prove, la prima bottiglia di Amaro Giussano. Di che si tratta? La formula è rigorosamente segreta, conservata negli archivi della distilleria lecchese “Radaelli”, uno dei nomi storici della Brianza.

«Possiamo dire che dentro si possono trovare radici alpine di genziana, china, rabarbaro, il tutto impreziosito dall’arancia», spiegano Roberto Tagliabue, mobiliere di 46 anni, Alberto Gabani, architetto di 46, Roberto Mauri, rappresentante di 42 anni, e Giovanni Galimberti, imprenditore di 49.

Sono loro i 4 amici che hanno creato l’Amaro che porta il nome della città che diede i natali, secondo la leggenda, all’Alberto protagonista a Legnano. «Nell’estate del 2017 abbiamo costituto la nostra strartup, la “Da Giussano srls” – raccontano – La prima bottiglia l’abbiamo ricevuta a ottobre. È nato tutto come un gioco e invece ha preso piede sul serio. C’è stato fin da subito un ottimo riscontro sul territorio. Pensavamo che la prima produzione di 500 bottiglie potesse durare sei mesi. Invece finora abbiamo già prodotto 2.500 amari».
Il boom di vendite si è avuto durante il periodo natalizio quando molte aziende di Giussano hanno trovato l’amaro della loro città un regalo particolare e unico da fare a clienti e fornitori. Le bottiglie “made in Giussano” si possono trovare oggi in diversi locali, enoteche e ristoranti della città ma anche dei Comuni confinanti.

E anche nelle Province del nord della Lombardia in distribuzione anche a Lecco, Como, Sondrio e Varese. Il futuro è rappresentato da un’espansione in Italia ma, soprattutto, da quella estera visto che qualche bottiglia è già partita, grazie ad amici e conoscenti, alla volta della Cina (
info sul sito ufficiale
).

Nell’etichetta, ideata dagli stessi “papà” dell’amaro, c’è condensato tutto quello che è alla base di questa avventura: la stilizzazione della sagoma del celebre Alberto, la citazione che lo colloca come protagonista nel Medioevo della battaglia per la libertà dei Comuni lombardi contro il Barbarossa, una croce rossa che richiama Milano.

«È un prodotto piacevole, bevibile, amabile – commentano i quattro davanti a una bottiglia aperta del loro amaro – Ha avuto un ottimo riscontro anche tra i giovani».